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Lottavo Colle

Lottavo Colle

A cura di Daniele Nalbone

Dopo Fazio e Napolitano anche la scuola incorona l'archistar dei flop

Un articolo di Renzo Piano è stato scelto come traccia della prima prova della maturità. Si parla di città fragili. E il modello è chi, quelle città, le sta rendendo sempre più fragili

Non me ne voglia l'artista Renzo Piano e non me ne vogliano gli architetti in generale ma lascerei che a parlare di città e periferie, fragilità urbane e sociali, siano gli urbanisti. Le archistar, al tempo della crisi, hanno fatto fin troppi danni e hanno drenato fin troppi soldi alle magre casse pubbliche. Per questo, stamattina, sono sobbalzato quando ho letto che la traccia "D" della prima prova della Maturità 2014 è rappresentata da uno scritto di Renzo Piano pubblicato sul Sole 24 Ore

Partiamo dallo scritto di Piano. Eccolo.

Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile. È fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l'energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C'è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee. […] Le periferie sono la città del futuro, non fotogeniche d'accordo, anzi spesso un deserto o un dormitorio, ma ricche di umanità e quindi il destino delle città sono le periferie. […] Spesso alla parola “periferia” si associa il termine degrado. Mi chiedo: questo vogliamo lasciare in eredità? Le periferie sono la grande scommessa urbana dei prossimi decenni. Diventeranno o no pezzi di città?

Il ministero invita i maturandi a riflettere "criticamente" su questa posizione di Renzo Piano, "articolando in modo motivato le tue considerazioni e convinzioni al riguardo". Bene, eccomi qui, rifletto criticamente.

Dopo l'incoronazione mediatica data all'archistar dal duo Saviano-Fazio nel programma Vieni via con me (era il 22 ottobre 2010), con Piano a recitare il suo elenco su "Cosa significa fare", dopo la nomina di Napolitano a senatore a vita (agosto 2013), ecco la consacrazione che arriva direttamente dal ministero dell'Istruzione

Ma cosa ha fatto Renzo Piano per meritarsi di assurgere al ruolo di guida per una nuova urbanistica che porti le periferie al centro della programmazione pubblica? Certo, è - secondo il Time - una delle centro persone più influenti al mondo nella categoria Arte e intrattenimento. E' colui che ha edificato capolavori come il Centro Pompidou a Parigi, ha rivoluzionato la Genova che guarda al mare e ha gettato le basi per la ricostruzione di Potsdamer Platz, a Berlino. E' anche colui che ha creato lo spettacolare Auditorium della Musica di Roma. Insomma, se girano tanti soldi e ci sono grandi progetti, Piano è un numero uno.

Ma se si tratta di trovarsi alle prese con la crisi, è tutto un altro Piano. La fama del Renzo Piano che fu si scontra con il crollo dei mercati e le bolle immobiliari, ciò che è stato costruito vale sempre meno, ciò che si deve costruire non è più remunerativo e le parcelle milionarie del suo studio di architettura si scontrano con le casse vuote degli enti pubblici. E, dulcis in fundo, le sue creazioni, i suoi progetti, i suoi cantieri si rivelano un flop.

Bastano due esempi per capire quanto poco c'entri l'artista Renzo Piano con l'urbanista Renzo Piano. Il primo, "locale", le Torri dell'Eur, a Roma. Il secondo, "mondiale",  The Shard - La Scheggia - a Londra.

LE TORRI DELL'EUR - Per anni Veltroni prima e Alemanno poi quando parlavano delle ex Torri delle Finanze le chiamavano "Le torri di Piano". Sono, anzi, dovevano essere un mega complesso residenziale per ricchi da affiancare alla Nuvola di Fuksas, altra archistar che ha messo in ginocchio il quadrante dell'Eur. Ebbene, se la Nuvola di Fuksas in un modo o nell'altro (chiedendo ancora soldi alle casse pubbliche) sarà prima o poi terminata, dopo essere state spogliate le ex torri che ospitavano il ministero delle Finanze sono ridotte a un rudere. Il progetto di Piano - un progetto che avrebbe dovuto fruttare un business di oltre 500 milioni di euro - è naufragato e l'architetto ha incassato la parcella di 4 milioni per salutare Roma e i romani. Proprio così: chi pontifica di nuove periferie ha contribuito a lasciare un bel rudere visibile della vecchia periferia di Roma, quella che va verso il mare. 

THE SHARD - Qui non siamo in periferia (non lo eravamo nemmeno a Roma, a dire il vero). Siamo nel cuore della finanza e, ovviamente, nel cuore della crisi. Economica e architettonica. A Londra Piano ha progettato un grattacielo. Obiettivo: ridisegnare lo skyline della city post olimpica. Risultato: fallimentare. "Da icona a flop, la "torre" londinese di Renzo Piano: la crisi batte l'archistar". Così abbiamo titolato su Today in un articolo del 27 maggio 2013 ripreso dal Daily Mail. Proprio così: gli inglesi si lamentano dell'archistar "dei flop". Noi facciamo ragionare le nostre giovani menti a partire dai suoi scritti sul Sole 24 Ore. A ciascuno il suo.

Da qui la domanda che vorrei tanto rigirare a Renzo Piano: i suoi fallimenti, diventeranno mai pezzi di città? 

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