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Le anime di Roma

Le anime di Roma

A cura di Associazione Calipso

Nerone, millenni di calunnie

Il 10 giugno 68 d.C., il Senato di Roma, per la seconda volta nella sua storia (la prima volta toccò a Marco Antonio), decretò la damnatio memoriae di Nerone e l’imperatore, l’ultimo della gens giulio-claudia, ha attraversato la storia dell’umanità come un pazzo, un incendiario, un assassino, un persecutore dei Cristiani. A coadiuvare tale teoria il Cristianesimo, che ha individuato in lui addirittura l’Anticristo.
Ma chi fu veramente Nerone?

Lucio Domizio Enobarbo nacque ad Antium il 15 dicembre 37, diretto discendente di Augusto, il primo della Gens Giulia. La madre, Agrippina minore, sorella dell’imperatore Caligola, era una donna bella quanto ambiziosa, che seppe usare il proprio fascino per ottenere ciò che più desiderava. Fallito il tentativo di rovesciare il trono del fratello, riuscì a farsi sposare dall’imperatore Claudio e a divenire di fatto imperatrice. Ma il potere di consorte non la soddisfaceva abbastanza e, pronto il figlio che aveva educato fin da bambino alle arti dell’impero, spodestò il marito cagionandone la morte per favorire l’ascesa al trono di Nerone.

Il nuovo imperatore non aveva ancora 17 anni e Agrippina era certa di poter governare al suo posto; ma non fu così. Apparentemente succube di una madre autoritaria e accentratrice, riuscì a divincolarsi relegandola elegantemente in secondo piano, provocandone le ire prima e il tentativo di incesto poi, azioni tanto subdole da costringerlo, per la “Ragion di Stato”, alla commissione del matricidio.

Il governo di Nerone fu per il popolo e non in nome del popolo, come quello ipocrita del grande Augusto. Sotto entrambi gli imperatori, primo e ultimo della stessa stirpe, Roma visse in pace. Ma se ad Augusto si deve la trasformazione di Roma da città di mattoni a città di marmo, a Nerone si deve la trasformazione da rozza cultura guerriera a raffinata capitale di stampo ellenistico. Fu l’artefice di un’ardita rivoluzione culturale e il suo impero fu caratterizzato da dinamismo economico e prosperità che Roma non godette mai né prima né dopo di lui.

Nerone fu un monarca assoluto che amministrò democraticamente il potere accentrandolo a sé, via via depauperando il Senato, che non gli perdonò mai l’affronto. Con le varie riforme, Nerone limitò gli introiti delle classi abbienti, favorendo quelle meno fortunate; vietò ai governatori delle province i giochi con le belve, individuando in essi “un oppio per i popoli” a spese del popolo; riformò il tesoro, la moneta e la giustizia;  conquistò definitivamente la terra dei Parti, non con la guerra ma con la sola diplomazia.

Quando scoppiò l’incendio il 18 luglio 64, Nerone era nella sua villa di Anzio. La prima congiura contro di lui era già in atto; probabilmente i congiurati stessi tentarono di addossargli la colpa di quell’incendio. Ma il popolo non poteva credervi: l’imperatore si era precipitato a Roma per organizzare in prima persona i soccorsi, partecipandovi attivamente a rischio della propria vita.

Dei quattordici rioni in cui era divisa Roma, quattro soli rimasero illesi: tre erano stati rasi al suolo e degli altri sette non c'erano più che poche vestigia, rovinate e semiarse. Nerone ricostruì per i Romani una Roma magnifica sì, ma razionale, eliminando le cause che avevano favorito il diffondersi rapido ed inarrestabile delle fiamme che avevano devastato la città in quei giorni di luglio.

Sicuramente Nerone fu un megalomane, un esibizionista, un anticipatore di quella che oggi chiamiamo politica-spettacolo; certamente fu un grande showman, che concretizzò nella Domus Aurea la sua autocelebrazione; ma l’amore del popolo e il disprezzo della classe dirigente, che cospirò contro di lui fino a decretarne la morte, lascia pensare a quanti e quali interessi avesse intaccato con la sua politica.

Non a caso, il Senato decretò la damnatio memoriae il giorno dopo la sua morte, mentre il popolo lo pianse così tanto da sperare che si trattasse di una sua esibizione scenica. Ma, morti i suoi contemporanei, la sua figura passò nell’oblio e nella menzogna.
 
La visita tematica dell’Associazione Culturale Calipso: Nerone, millenni di calunnie

Nerone, millenni di calunnie

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