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Sabato, 20 Aprile 2024
Le anime di Roma

Le anime di Roma

A cura di Associazione Calipso

Lucrezia Borgia: vittima o carnefice?

Quella di Lucrezia Borgia è una delle figure più controverse e affascinanti del Rinascimento italiano. Figlia di un papa e di una cortigiana, sorella di un “Principe” spietato e ambizioso, moglie di un uomo umiliato di fronte a tutta Italia e di un altro assassinato in circostanze misteriose, madre di un figlio illegittimo, avvelenatrice, adultera, assassina, incestuosa. Ma quanto di vero c'è dietro i “capisaldi” della leggenda di questa donna?
Poco, molto poco.

Lucrezia Borgia nasce a Subiaco dal cardinale Roderic Llançol de Borja (italianizzato in Rodrigo Borgia) e da Vannozza Cattanei, avvenente cortigiana romana, amante del cardinale per quasi un ventennio. Da lei, Rodrigo aveva già avuto altri due figli, maschi, Juan e Cesare, le cui vite saranno altrettanto turbolente quanto quelle della nostra protagonista. Un anno dopo, nel 1481, Vannozza darà al cardinale anche un quarto figlio (quinto, in realtà se contiamo anche Pedro Luis, avuto da una relazione precedente del Borgia), Goffredo.

Tra la piccola Lucrezia e il fratello maggiore Cesare si instaura un legame strettissimo, che sarà poi oggetto di pettegolezzi che accompagneranno la famiglia Borgia per anni (e secoli). All'età di soli 13 anni, Lucrezia viene data in sposa a Giovanni Sforza, figlio illegittimo di Costanzo I Sforza, signore di Pesaro; ma il matrimonio dura appena quattro anni, poiché i Borgia hanno un nuovo obiettivo: Napoli. Attraverso il matrimonio con Carlotta d'Aragona, Cesare spera di salire al trono della città partenopea. Prima però, è necessario coltivare l'alleanza con la famiglia d'Aragona: così si inizia a pensare a un matrimonio fra Lucrezia e il giovane Alfonso d'Aragona. Rimane in sospeso la questione del matrimonio con lo Sforza: come annullarlo? Al tempo, due potevano essere i motivi per sciogliere un sacro vincolo: l'impotenza del marito, o l'infedeltà della sposa.

La prima ipotesi è poco probabile, dal momento che la prima moglie di Giovanni Sforza era morta proprio di parto. La seconda, invece, era praticamente una realtà: risale a quegli anni, infatti, la relazione extraconiugale tra Lucrezia e Perotto, un giovane servitore spagnolo del Papa, che porta addirittura ad una gravidanza. Far uscire alla luce del sole uno scandalo del genere sarebbe un suicidio per le ambizioni dei Borgia: lo stato interessante di Lucrezia deve essere nascosto, la relazione deve concludersi e il giovane spagnolo deve sparire: poco dopo, infatti, il cadavere di Perotto viene ritrovato nel Tevere, insieme a quello di Pantasilea, dama di compagnia di Lucrezia. Secondo il Burcardo, maestro di cerimonie del Papa, il giovane “era caduto nel Tevere non certo di sua iniziativa”. Nel frattempo, il processo per l'annullamento delle nozze continua, con Giovanni Sforza che, ovviamente, si rifiuta di firmare una dichiarazione di impotenza e diventare lo zimbello di tutta Italia e accusa la moglie di intrattenere relazioni incestuose col padre. È costretto a ritirare le accuse e ad accettare l'annullamento delle nozze, però, dallo zio Ludovico il Moro, che non vuole peggiorare i rapporti col Papa e con Roma. Così, il matrimonio tra i due viene annullato, con lo sposo umiliato e ufficialmente dichiarato incapace di consumare le nozze, e la sposa gravida tenuta nascosta da tutti. Alla nascita del bambino, l'Infante romano, le voci sulla promiscuità della giovane Borgia si intensificano, al punto da sostenere che il vero padre del bambino possa essere il Papa o addirittura Cesare, la cui gelosia “morbosa” nei confronti della sorella si era più volte manifestata.

La strada per il matrimonio con Alfonso d'Aragona era quindi spianata: i due giovani si conoscono, si piacciono, si sposano, si amano e sono, finalmente e veramente, felici. Ci piacerebbe dire per sempre, ma così non è perché i piani dei Borgia vengono scombinati da Carlotta d'Aragona che si rifiuta categoricamente di sposare Cesare. È quindi necessario trovare una nuova sposa, un nuovo dominio e, perché no, anche una nuova alleanza con qualche famiglia importante d'Italia con un rampollo cui dare in sposa la bella Lucrezia. E il nuovo progetto non tarda ad arrivare: la famiglia d'Este di Ferrara. La corte estense è una delle più influenti, ricche, colte e raffinate d'Italia ed un'alleanza con loro avrebbe ampliato ancora di più il potere dei Borgia. Come liberarsi stavolta dello sposo? Accusarlo d'impotenza era impossibile poiché Lucrezia gli aveva già dato un figlio; minare (ancora di più) la reputazione di Lucrezia accusandola d'infedeltà era da escludersi, anche perché i due giovani erano realmente innamorati l'uno dell'altra. Come fare, allora? Sbarazzarsene, come si era già fatto per altre figure scomode, era il metodo più pratico e veloce per i Borgia. Così, in circostanze tutt'oggi poco chiare, Alfonso d'Aragona viene trovato morto, strangolato, probabilmente, da Michelotto, sicario al servizio di Cesare. La fedeltà di Lucrezia alla sua famiglia comincia a traballare: lei stessa trova nel  fratello e nell'ambizione familiare colpevole e movente dell'omicidio dell'amato marito. Si ritira quindi a Nepi, pensando seriamente alla vita monacale, dove però viene raggiunta dalla notizia dei nuovi progetti per il suo futuro: sposare Alfonso d'Este, trasferirsi a Ferrara e lì regnare come Duchessa. In realtà, gli estensi non erano poi così convinti di questo matrimonio: Ercole d'Este non gradiva la fama della famiglia e della giovane, e Alfonso temeva le voci sulla futura sposa, che la volevano amorale e avvelenatrice, una sorta di mangia-uomini, temeva la gelosia del fratello di lei e certamente non intendeva fare la fine dei due precedenti mariti. Stavolta, Lucrezia tratta di persona per il contratto matrimoniale e la dote e, dopo averla conosciuta, Ercole d'Este si convince dell'infondatezza delle voci sulla futura nuora. Intelligente, colta, elegante e avvenente, Lucrezia colpisce positivamente tutta la corte di Ferrara: si dice che Alfonso, dopo averla vista, mise da parte tutte le remore nei suoi confronti, e che quella notte il matrimonio tra i due venne consumato ben quattro volte. Suscita la gelosia della cognata, Isabella d'Este, regina indiscussa del Rinascimento, con cui si contese per anni il ruolo di primadonna della corte estense. Anche qui Lucrezia non è al riparo da calunnie: le vengono attribuiti amanti illustri come il poeta Pietro Bembo, che le dedica il suo capolavoro, Gli Asolani, e col cognato Francesco Gonzaga, marito proprio di Isabella d'Este, anche se la segreta relazione tra i due è facilmente smentibile.

Seppur lontana, Lucrezia continua ad essere estremamente legata al padre e al fratello Cesare. Si racconta che, raggiunta dalla notizia della morte di quest'ultimo, la duchessa sia rimasta impassibile di fronte alla corte, limitandosi ad un'amara considerazione: “Quanto più cerco conformarme con Dio, tanto più ei me visita de affanni”, e che si fosse poi chiusa in un isolamento durato giorni.

A Ferrara, Lucrezia smentirà definitivamente le voci sul suo conto, dimostrando di essere una vera e propria Signora rinascimentale: mecenate, imprenditrice, abilissima nel governo, si distinse per la sua fede religiosa e per lo spirito caritatevole. Più volte lontano da casa per seguire la sua vera passione, la guerra, Alfonso d'Este le lascerà senza alcun timore la reggenza del ducato. Darà numerosi figli ad Alfonso, per poi morire di febbre puerperale nel 1519, a soli 39 anni, dopo aver ottenuto la grazia in una lettera inviata al Papa per chiedere indulgenza plenaria.
Che le voci sul conto di Lucrezia siano vere o meno, rimane una questione avvolta nelle nebbie della Storia. Molte sono state le ipotesi al riguardo, c'è chi la vuole come una spietata assassina, chi la vede come una povera vittima delle ambizioni della sua famiglia. Ciò che è certo, è che poche donne furono tanto affascinanti quanto lei, tanto che ancora oggi storie, leggende, libri, film e serie televisive sul suo conto riscuotono enorme successo.
 

La visita guidata tematica dell’Associazione Culturale Calipso

La vera storia di Lucrezia Borgia - passeggiata teatrale

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