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Giovedì, 18 Aprile 2024
Le anime di Roma

Le anime di Roma

A cura di Associazione Calipso

Giorgio de Chirico, il padre della metafisica e Roma

De Chirico, il padre della metafisica, ha vissuto per 34 anni a Roma. Nato in Tessaglia, trasferitosi a Firenze per studiare all’Accademia delle Belle Arti, poi a Parigi, la culla dell’arte del ‘900, addirittura a New York, arriverà a Roma 1944, all’età di 56 anni, e non la lascerà più.

Il fascino di questa città l’ha stregato! D’altra parte non poteva che esser così dato che De Chirico è riuscito più di ogni altro a fondere l’arte classica con quella contemporanea. Le atmosfere assolate ma vuote, piene di attesa, sono popolate da statue antiche e ruderi, dei protagonisti magnifici ma appartenenti ad un’arte ormai del passato.

La sua pittura è infatti una critica alla società contemporanea, una società che non ha più spazio per l’arte tanto che l’arte stessa è costretta ad evadere da questo mondo, a fuggire in un mondo al di là della fisica: il mondo della metafisica. In quel mondo l’uomo non esiste: ci sono solo dei manichini, dei fantocci che, in qualche modo, incarnano la vera natura dell’uomo moderno, reificato, ridotto ad oggetto in mano al consumismo. Una pittura tanto distante dal mondo quanto attuale.

Giorgio De Chirico viveva in Piazza di Spagna, 31. La sua casa è su due piani, con una vista bellissima, oggi visitabile e rimasta proprio come ce l’ha lasciata lui: tanti suoi quadri e statue, libri, oggetti bizzarri, la camera da letto, i ritratti dell’amatissima Isabella Pakszwer, e dulcis in fundo l’affascinante atelier, il suo mondo, rimasto talmente intatto che, visitandolo, si potrebbe tranquillamente pensare che De Chirico sia passato a miglior vita qualche ora prima.

Eppure era il 20 Novembre del 1978, il nostro pittore anti-avanguardista ci lascia a 90 anni e ora, per chi vuole salutarlo, si trova nella chiesa di San Francesco a Ripa a Trastevere, in una cappella a lui intitolata. Ci sono a fargli compagnia un suo autoritratto, un ritratto di Isabella e, protagonista della cappella, un’opera sacra del maestro “La Caduta di Cristo”, in cui De Chirico rappresenta una delle Cadute di Gesù lungo la Via Crucis e in primo piano San Francesco, poiché ha sempre pensato che fosse il santo più vicino alla Passione del Signore.
“Un'opera d'arte, per divenire immortale, deve sempre superare i limiti dell'umano senza preoccuparsi né del buon senso né della logica.” Giorgio De Chirico – PICTOR OPTIMUS

Giorgio de Chirico, il padre della metafisica e Roma

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