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Le anime di Roma

Le anime di Roma

A cura di Associazione Calipso

Bernini e Borromini: l’arte che li unisce e li divide

Diversi ma interdipendenti, opposti ma complementari. Gian Lorenzo Bernini, figlio d’arte del grande Pietro Bernini e Francesco Castelli detto Borromini, figlio di un capomastro, sono coetanei. Mentre il giovane Gian Lorenzo, arrivato a Roma all’età di soli 7 anni, è benvoluto tra le corti più importanti, Francesco sta completando il suo apprendistato da scalpellino alla fabbrica del Duomo di Milano e arriverà a Roma solo nel 1619, all’età di 20 anni.

Inizialmente collaborano fianco a fianco, sia al meraviglioso baldacchino di San Pietro, gioiello di scultura e architettura barocca, sia al cantiere di Palazzo Barberini. Il loro incontro è causa di scontro: la rottura tra i due grandi geni avviene nel 1633. Bernini si avvale delle capacità del Borromini, sottopagandolo e non riconoscendogli meriti, tanto che egli in seguito lamenterà "Non mi dispiacie che abbia auto li denarij, ma mi dispiacie che gode l'onor delle mie fatiche".

Mentre il Bernini si dedicava a Papa Urbano VIII con la Fontana del Tritone a Piazza Barberini, tanto da provocare le polemiche di Pasquino “Urban che di tasse aggravò il vino, ricrea coll’acqua il popol di Quirino”, il Borromini vinceva il bando per l’imponente Oratorio dei Filippini, dalla facciata mossa e concava. L’architetto stesso la descrive “mi figurai il Corpo Umano con le braccia aperte, come che abbracci ognuno che entri”, idea ripresa, sviluppata e resa perfetta con il colonnato di San Pietro, opera matura del Bernini, un vero e proprio abbraccio ai fedeli.

La rivalità nell’approccio alla vita si ripercuote nella concezione dell’arte e della spazialità. Artefici del barocco romano, hanno in realtà visioni opposte. Borromini: sobrio, elegante, matematico e introverso. Bernini: fastoso, ricco, scenografico e ammaliatore. Borromini ama la tecnica, usa materiali poveri, sfrutta il rigore e le geometrie. Bernini è stupefacente  e illusionista, curato e dinamico.

In via del Quirinale, a duecento metri di distanza, due gioielli del barocco romano si sfidano: sono la chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, opera del Bernini, e quella di San Carlino alle Quattro Fontane, opera del Borromini. Nell’una lo spazio osmotico e i colori caldi intrisi di luce permeano l’occhio dell’osservatore accogliendolo con gran fasto; nell’altra lo spazio litigioso e il bianco accecante sembrano dilatarsi e contrarsi come un organismo palpitante.

Si fronteggiano queste menti geniali, ma fino a che punto? Si dice che teatro della loro sfida sia Piazza Navona. La Fontana dei Quattro Fiumi, progetto del Bernini, sembra inorridire alla vista della Chiesa di Sant’Agnese in Agone, opera del Borromini. La personificazione del Nilo si copre il volto, il Rio de la Plata sembra ripararsi, come se la chiesa potesse crollare da un momento all’altro; ma la statua di Sant’Agnese, posta sulla facciata, ha una mano sul petto, per rassicurare tutti della stabilità dell’edificio. 

Questo dialogo tra le opere è una storia cara ai Romani, ma di leggenda si tratta, poiché l’intervento del Borromini sulla chiesa è successivo alla realizzazione della fontana del Bernini.

È in altro luogo che invece avviene una sfida vera e propria. Il Palazzo di Propaganda Fide, in piazza di Spagna, inizialmente affidato al Bernini, che vi abitava di fronte, e quasi ultimato viene, ad un certo punto dei lavori, affidato al Borromini. Orgoglioso dell’incarico e glorioso della sua rivincita, il Borromini rade al suolo il lavoro del collega e crea delle orecchie d’asino di stucco che mette ben in vista per prendersi gioco del Bernini. Il Bernini di tutta risposta, sentendosi offeso, preferisce rispondere sì con un opera in stucco, ma raffigurante un fallo, provocando le risate di tutta Roma. Giochi d’acqua uno e giochi di cielo l’altro, questi grandi artisti hanno lasciato molto della Roma che oggi si conosce e intessuto una delle storie più affascinanti e leggendarie della meravigliosa Urbe.

La visita tematica dell’Associazione Culturale Calipso: Bernini e Borromini: l'arte che li unisce e li divide

Bernini e Borromini: l’arte che li unisce e li divide

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