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Dubitando

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A cura di Luigi Di Gregorio

Marino paladino del popolo contro i poteri forti? Una tesi che non regge, ecco perché

In questi giorni ha fatto breccia nell'opinione pubblica l'idea di un sindaco Masaniello. Questa tesi non regge né dal punto di vista logico, né da quello empirico, fattuale

Ignazio Marino non si è dimesso. A dirla tutta non se l'aspettava nessuno, un po' perché in molti non considerano la questione delle multe come una cosa di chissà quale gravità, un po' perché sarebbe un salto nel buio per tutti i partiti (ad oggi), un po' perché non si dimetterà mai di sua spontanea volontà, convinto com'è di essere "l'eletto", il semidio in grado di trasformare Roma in San Francisco.

La vicenda Panda-Gate però l'ha indebolito ulteriormente, dato che gira un sondaggio SWG che indica il gradimento nei confronti del primo cittadino al 15%. Una volta Nicola Piepoli mi disse: "mediamente i governi cadono quando arrivano al 26%", parlavamo dell'imminente epilogo del governo Monti, che aveva raggiunto quella pericolosa soglia. In ogni caso, già prima del Panda-Gate il gradimento di Marino era vicino o sotto la soglia critica.

Perché Marino non piace ai romani? Da tempo la sua lettura, che sta facendo in parte breccia in questi giorni, è che lui rappresenti il paladino del popolo contro i poteri forti e che dunque i poteri forti stiano tramando contro di lui. Questa tesi non regge né dal punto di vista logico, né da quello empirico, fattuale.

Se è vero che i poteri forti rappresentano le élites, che i giornali "non li legge più nessuno" e che i partiti ormai non contano quasi nulla (Marino è stato eletto in un'elezione in cui votò meno del 50% dei romani), come è possibile che di colpo questa triangolazione diventi a tal punto rappresentativa della collettività da distruggere l'immagine del Sindaco?

Ma soprattutto, dal punto di vista fattuale, Marino non fa altro che vantarsi dell'apertura della Metro C. Chi c'è dietro il Consorzio Metro C se non i poteri forti? Ai quali, per di più, ha anche "regalato", senza gara, 800 mila euro per chiudere al traffico privato via dei Fori Imperiali. Il suo primo atto da Sindaco: 800 mila euro ai poteri forti (!) E, ancora, chi ci sarà dietro lo stadio della Roma? E dietro il famoso ecodistretto (se mai lo vedremo)?

Insomma, la tesi del Sindaco-Masaniello, tanto cara al suo omologo di Napoli non regge. E se anche in parte reggesse, non sposterebbe l'opinione pubblica. Il problema di Marino è, a mio avviso, legato a una totale distonia con i cittadini che amministra - il che lo allontana ulteriormente dal modello Masaniello - e al gap crescente tra le aspettative che ha creato e le scelte compiute da Sindaco.

Se chiudi al traffico un tratto importante che taglia Roma tra nord e sud, alzi le tariffe delle strisce blu, alzi di parecchio il costo del permesso della ZTL, tagli linee di autobus per milioni di Km e poi ti fai beccare con la Panda parcheggiata "a sbafo" al Senato per un anno e mezzo, senza permesso per 2 mesi con diverse multe sul groppone (che non vuoi pagare) e poi in divieto di sosta senza multa, ecco il combinato disposto di queste scelte e di questi comportamenti crea un cocktail esplosivo che inevitabilmente trasforma la Panda in un "cacciabombardiere nordcoreano" (cit.) che scarica bombe solo sul proprietario però...

Se a ciò aggiungiamo che tutte le scelte di Marino fin qui assunte sono memorabili solo per un'ottusa ortodossia del politicamente corretto ai limiti del grottesco, chiudiamo il quadro e ci spieghiamo il 15% di gradimento.

Ricordate quando il nostro propose di “donare un albero per 250 euro” o, ancor prima in campagna elettorale, quando disse che avrebbe fatto un giardino pubblico ogni 400 metri a Roma? A Roma…una delle città più estese al mondo. In un anno e mezzo neanche un nuovo giardino pubblico. Gli restano (?) 3 anni e mezzo per farne circa 3 mila e 300.

In bocca al lupo.

O ancora quando si oppose alla parola “branco” nella campagna abbonamenti dell’A.S. Roma o, meglio ancora, quando mandò la circolare a tutti i sui uffici sostenendo che andava bandita la parola “Nomadi” perché associata a un’immagine negativa e sostituita con Rom, Sinti e Caminanti?

Se a questi episodi aggiungiamo l’altra ossessione per pedoni e ciclisti – di cui egli costituisce una sorta di testimonial – le trascrizioni dei matrimoni omosessuali contratti all’estero (andando, da Sindaco, contro la legislazione italiana), il sogno di vedere “una donna sul podio del Teatro dell’Opera” in sostituzione di Riccardo Muti, il mantra dei curriculum e della trasparenza (a fronte di 118 assunzioni dirette, senza avviso pubblico), la proposta di dare un lavoro o di inserire nel servizio civile gli ambulanti abusivi del centro storico, la sua smania nel portare a Roma i profughi dopo il naufragio a Lampedusa e di suggerire “a furor di popolo” l’iniziativa “adotta un rifugiato”. Ecco, se mettiamo insieme tutte queste vicende abbiamo un quadro abbastanza chiaro del Marino pensiero.

Poi però arrivano Tor Sapienza e una Panda rossa "tutta privilegi" a svegliarlo dal torpore.

Non sono i poteri forti il problema. Il problema è che crede davvero di essere il Sindaco, per di più infallibile, di San Francisco.

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