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Dubitando

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A cura di Luigi Di Gregorio

Bomba d’acqua su Ignazio Marino

Alla vigilia di una prevista (almeno a leggere l’allerta meteo) forte precipitazione su Roma, il  Sindaco Ignazio Marino si è dilettato in video promozionali sulle unioni civili – con tanto di Mac ultimo grido sullo sfondo – e in propositi di rendere tutto il centro di Roma a emissioni zero. È da tempo che gli si dice che Roma non è solo il centro storico e che, al contrario, la nostra Capitale è una città di 1.300 km quadrati. Un’entità enorme se paragonata a qualunque altra capitale europea. Le altre grandi città, Londra, Parigi, Berlino, Bruxelles hanno uno status e fondi specifici e sono divise in diversi comuni, per cui esiste un’amministrazione e un bilancio autonomo per ogni Comune metropolitano (quelli che a Roma sarebbero i Municipi).

Io, ad esempio, in questo periodo vivo a Bruxelles, ma nel Comune di Etterbeek, per capirci (grande si e no come l’ex terzo Municipio di Roma). La riforma di Roma Capitale, impantanata tra decreti governativi col “braccino corto” e soprattutto una legge attuativa regionale sparita nel nulla, è rimasta al palo. Eppure quella è la svolta. Chi vuole governare Roma oggi, con tutti i tagli agli Enti Locali degli ultimi anni, non può prescindere da una seria riforma della governance e da una sostanziale revisione dei fondi a disposizione. Roma cede allo Stato, in termini di IRPEF, IRES e IVA più di venti volte ciò che ottiene in termini di trasferimenti. In compenso, ha gli stessi poteri e gli stessi parametri di finanza pubblica di un qualsiasi altro comune, nonostante abbia l’onere di essere Capitale (e i romani sanno cosa vuol dire con tutti i cortei che tocca sorbirsi) e sia 9 volte Milano. O se preferite la somma delle superfici di Milano, Napoli, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Venezia, Catania e Bari, tanto per dare un’idea. Il problema è tutto lì.

Se a ciò sommiamo l’impreparazione di fronte ai grandi eventi – anche atmosferici – la frittata è fatta. La cabina di regia e la sala operativa andava allestita prima, non durante l’evento. La distribuzione dei vigili e degli operatori della protezione civile dovevano essere programmati  in anticipo, così come andavano rafforzati i centralini e i call center. Ma, certo, se si vuole mettere mano seriamente al territorio, alle infrastrutture, al trasporto pubblico servono  risorse, una programmazione pluriennale e un lavoro costante e capillare. La fortuna è che le  bombe d’acqua come quella di oggi sono eventi rari. Ma la sfortuna è che Roma si paralizza anche con due gocce d’acqua… Per cui, è inutile girarci intorno. Il problema c’è, è serio e strutturale. E va affrontato con tutta la decisione e la determinazione possibile.

Il mio suggerimento al Sindaco e ai suoi comunicatori è smettere di “volare alto” occupandosi  solo di unioni civili, rifugiati (entrambi di competenza statale), pedonalizzazioni del Centro Storico, Città della Scienza, e magari di evitare di leggere curriculum per mesi e mesi, ignorando la lettura di un bollettino meteo. Dal Sindaco i cittadini si aspettano che si occupi della città e dei suoi (dis)servizi. Il resto è fuffa…che funziona in campagna elettorale e forse nei primi mesi di “luna di miele”, ma poi diventa una condanna costante. Amplificata dall’impazienza e dalle pretese “in tempo reale” che emergono a tonnellate sui social network. Che dire, speriamo che #SottoMarino faccia tesoro di questo gavettone e cambi rotta…

Bomba d’acqua su Ignazio Marino

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