rotate-mobile
Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

Raggi e Giachetti. L'homo perifericus contro l'homo centricus

Durante le ultime elezioni amministrative romane si è consumata una guerra antropologica. Da una parte i romani del centro città, dall'altra la stragrande maggioranza dei cittadini che vive nelle periferie, nelle borgate, nei quartieri al di là del Sacro Gra. La "Terra di nessuno", proprio perché quasi nessuno se n'è mai occupato. Tanto che questa Terra di nessuno ha oramai deciso di scegliere per se stessa il proprio destino. 

Ha vinto la periferia contro il centro. Le periferie, ognuna con le sue accezioni tipologiche, le sue caratteristiche morfologiche, le sue peculiarità e la propria composizione demografica, hanno bocciato la visione centripeta di Roma. Hanno bocciato la visione del "centro città, vetrina di Roma". Con buona pace degli ultimi residui del "Modello Roma", quale motore propulsore della cultura e della vita socio-economica della Capitale. L'Ellade dell'amministrazione rutelliana e veltroniana è oramai percepita quale simbolo massimo della fuffa che certa classe dirigente, sempre ben introdotta, ha somministrato per decenni alle periferie. 

Il mantra delle Olimpiadi, del nuovo stadio della Roma, del ritorno all'Età dell'oro dell'Auditorium del Parco della Musica, del Maxxi, del Macro, della Nuova Fiera di Roma, della Nuvola di Fuksas, del Pigneto trendy, della Garbatella gentrificata, delle Vele di Calatrava, del Ponte della Musica, degli esperti urbanisti illuminati e progressisti, delle terrazze romane, di Anzio, Sabaudia e Capalbio, e di tutte quelle colonie della sinistra benpensante romana, ha perso. 

Ha vinto la giovane coppia che ha comperato a peso d'oro un trilocale a Porta di Roma, senza poi avere sotto casa i servizi promessi, i pendolari che da Ostia, ogni maledetta mattina, devono fare una discesa negli inferi della linea Ostia Lido - Roma, i lavoratori e le lavoratrici che dalle decine di periferie devono attendere, magari sotto la pioggia, un autobus per 40, 50 minuti per andare in ufficio. Ha vinto l'homo perifericus che, in questi ultimi 30 anni, ha nutrito un odio profondo nei confronti dell'uomo centricus. Ha vinto la genuina e ruspante ottusità di chi, dopo anni di impegno civico nelle centinaia di comitati cittadini disseminati per le periferie, si è convinto che governare Roma voglia dire per lo più riparare i marciapiedi, illuminare le vie buie e riempire le buche. Ha talmente vinto che è riuscito a trascinare nel suo stesso campo di battaglia un'intera classe politica cresciuta e pasciuta tra Villa Celimontana e la Casa del Jazz. L'homo perifericus ha imposto le proprie parole d'ordine, mentre l'homo centricus scimmiottava pose di contrizione ed annunciava improbabili ed improvvisate soluzioni.

Ha vinto una candidata senza storia, contro un'intera classe dirigente dal passato glorioso, ma troppo chiusa in se stessa per abbracciare tutta Roma.

Raggi e Giachetti. L'homo perifericus contro l'homo centricus

RomaToday è in caricamento