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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

Marino e la fuffa delle coppie gay

Chi l’avrebbe mai detto! Angelino Alfano, ministro degli interni del governo Renzi, serve un assist a chi si trova in crisi di consenso, con la fuffa delle coppie gay. Il tutto avviene all’indomani della polemica Stato-Regioni in virtù della manovra “elettorale” del governo Renzi che, annunciando un taglio delle imposte di 18 miliardi, comprensivo di un taglio di risorse di 4 miliardi verso le Regioni, costringerà queste ultime ad aumentare la pressione fiscale locale.

Inizia Alfano che, vedendo ridotto il consenso verso il suo partitino, spara “No ai matrimoni gay!”. Ribatte il sindaco Ignazio Marino che, pure lui in crisi di consensi, manda in scena nella sala della Protomoteca (la stessa della presentazione del nuovo stadio della “Maggica”) il riconoscimento farlocco di 16 coppie gay sposate all’estero. Sullo sfondo, il prefetto di Roma, tale Giuseppe Pecoraro, a cui non rimane che ribadire una cosa ovvia: in mancanza di una legge dello Stato in materia, Marino dovrà rimangiarsi le 16 firme apposte sugli atti di registrazione delle coppie gay.

Tutti felici e contenti. Sindaco, vicesindaco e assessori. C’era Ignazio Marino che ha prima tentato la fuffa della bicicletta, poi quella della pedonalizzazione del centro storico, poi quella del concertone al Circo Massimo dei Rolling Stones, continuando con la trattativa per il nuovo stadio della Roma, per finire con la sceneggiata dei tavolini selvaggi e dell’occupazione del Ministero dei trasporti, dopo che l’inaugurazione del tratto di Metro C ha fatto flop. C’era anche il vicesindaco, Luigi Nieri, che è stato intercettato mentre rassicurava uno dei leader degli occupanti dell’Angelo Mai sul proseguo di una sacrosanta indagine da parte della magistratura.

Lo stesso che poi ha sponsorizzato il buffo progetto di fare della sopraelevata della Tangenziale Est un giardino con tanto di pista ciclabile. Ennesimo annuncio, poi abortito, di un’amministrazione “peciona” ed inadeguata. A commuoversi, anche l’assessore ai servizi sociali, Alessandra Cattoi, che è rimasta ectoplasma dinnanzi ai campi rom abusivi e ai fattacci di Corcolle. Ed in ultimo, a tenere la mano alle 16 coppie, c’era l’assessore Marta Leonori, impotente e silente dinnanzi alle difficoltà del commercio capitolino. Tutti commossi dinnanzi alle 16 coppie gay ed allo stesso tempo, inadeguati nel ricoprire il ruolo per il quale sono stati chiamati ad agire.

La verità è che Marino, assieme alla sua Giunta, dopo un anno e poco più si è ritrovato in debito di consenso tra le proteste dei romani. Dissenso che è destinato a salire perché, al ritorno dalle vacanze (chi le ha potute fare), i cittadini della Capitale si sono ritrovati vittime di una pressione fiscale locale da record dei primati. Pressione fiscale che è destinata a salire, proprio in virtù della manovra finanziaria “elettorale” di Matteo Renzi.

Risultato? Ignazio Marino è finito sulle prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali. E ci è finito per qualcosa che non gli compete: rendere effettive le nozze celebrate all’estero di 16 coppie gay. Per il resto, i problemi di Roma rimangono tali e quali. Anzi, sono destinati a peggiorare. Ma cari romani consolatevi. Roma e il suo sindaco sono “gay friendly”. Con buona pace di chi voleva un sindaco semplicemente capace di governare Roma e di migliorare le condizioni di vita dei propri cittadini. Perché la verità è una: firmare 16 atti di matrimoni gay celebrati all’estero non costa niente, specie in mancanza di una normativa nazionale in materia. Governare Roma costa sangue e sudore.  Bisogna esserne capaci.

Marino e la fuffa delle coppie gay

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