rotate-mobile
Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

Mafia Capitale: tre scenari per Roma

Si stringono i tempi per la relazione del Prefetto Franco Gabrielli. Oggi Gabrielli riunisce il Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica, a cui partecipano il Procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, che ha dato avvio alle indagini su Mafia Capitale, il Questore e i comandanti provinciali di Carabinieri, Finanza e Forestale. Si discute del contenuto delle mille pagine del report consegnato dalla Commissione di accesso agli atti del Comune, insediata dall’ex prefetto Pecoraro. Quella task-force che ha passato al setaccio atti e documenti del Comune di Roma, dalla precedente amministrazione di Alemanno sino a quella di Marino. Ma si discute anche dell’orientamento che Gabrielli metterà nero su bianco nella sua relazione, che poi sarà trasmnessa alla Commissione Parlamentare Antimafia e al Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Quest’ultimo, tra non meno di due mesi, dovrà dire se Roma sarà o meno sciolta per Mafia. 

E allora è tempo di capire i possibili e futuri scenari:

Il Comune viene sciolto per Mafia.

Vanno tutti a casa. Giunta, sindaco e consiglieri del Comune di Roma. L’amministrazione passa al Prefetto Gabrielli che diventa Commissario di Roma. Si entrerebbe in un regime di amministrazione commissariata, durante la quale il Commissario potrà firmare finalmente gli atti per amministrare Roma. Ad oggi, pochi sono quei funzionari e quei dirigenti che si prendono la responsabilità di firmare qualsiasi cosa. Gli uffici tecnici sono di fatti paralizzati. Verosimilmente, il commissariamento durerà fino alla primavera dell’anno prossimo. Poi si andrà a nuove elezioni. Questo è lo scenario peggiore. Anche in relazione al fatto che il Giubileo straordinario, indetto da Papa Francesco, che partirà dal dicembre prossimo, verrebbe ospitato in una Città mafiosa. A ciò, si aggiungerebbe il discredito internazionale, contando che Roma presenterà la sua candidatura per ospitare i Giochi Olimpici del 2024. Sarebbe un duro colpo. In caso di commissariamento, i Romani sarebbero, inoltre, sottoposti ad una lunga ed estenuante campagna elettorale. Cosa che già oggi vivono sulla loro pelle. 

Il Comune di Roma non viene commissariato.
La Giunta Marino resterebbe in sella, continuando però ad amministrare tra mille difficoltà, tenuto conto delle frizioni politiche, derivanti non solo dai partiti di opposizione, ma pure dai partiti di maggioranza. Per non parlare della diffidenza, ormai manifesta, espressa dai vertici nazionali del Pd, con Renzi tra i più critici nei confronti del sindaco chirurgo. Marino rimarrebbe in sella, ma sarebbe commissariato di fatto, tenuto conto che il governo difficilmente farebbe gestire al sindaco i fondi per il Giubileo. Non a caso, il decreto per liberare i fondi per il Giubileo (circa 560 milioni di euro) non è stato ancora licenziato dal Governo. E’ probabile che Renzi aspetti di sapere i contenuti della relazione di Gabrielli. E, comunque, l’orientamento sarebbe quello di far gestire di fatto l’assegnazione degli appalti al Prefetto, svuotando di fatto il ruolo di Ignazio Marino, al quale sarà garantito un ruolo di coordinamento, che nei fatti vuol dire “fuffa”. Altra conseguenza sarebbe quella di un rimpasto di giunta, volto ad indebolire la componente Sel e a rafforzare la componente “tecnica” (tanto per intenderci, altri due assessori alla Sabella) e del Pd renziano romano, con la benedizione di Matteo Renzi. Matteo Orfini, commissario del Pd Roma, in un disperato tentativo di supportare Ignazio Marino, parla di “Fase 2” e di “rilancio”. Qualcun altro parla di “salvare la faccia”, in previsione delle prossime elezioni amministrative.

Il Comune non viene commissariato, ma al governo della Città viene affiancata una struttura governativa.
Atra ipotesi che potrebbe verificarsi, all’interno di uno scenario che non vedrebbe il Comune sciolto per Mafia, è quella di una legge speciale per Roma che darebbe avvio ad una struttura allargata del governo della città. Una vera e propria super giunta governativa a supporto della giunta capitolina. Marino sarebbe di fatto commissariato a livello politico ed amministrativo. Una legge speciale per Roma che permetterebbe di limitare il propagarsi del virus mafioso, che ha oramai necrotizzato gran parte del tessuto amministrativo capitolino (istituzioni politiche, funzionari e dirigenti capitolini). Questo scenario limiterebbe il danno di immagine legato ad una Capitale sciolta per Mafia, conservando però gli effetti di un vero e proprio commissariamento. Anche in questo caso, la figura del sindaco Marino ne uscirebbe molto depotenziata, lasciandogli il ruolo di un sindaco di facciata, impossibilitato a scegliere gli indirizzi politici e, quindi, di disporre come meglio reputa delle casse comunali. Un po’ come l’Ultimo Imperatore di Bernardo Bertolucci.

Mafia Capitale: tre scenari per Roma

RomaToday è in caricamento