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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

La Roma di Virginia Raggi. Tra topi e cinghiali

Roma è al collasso e i romani rimangono silenti. Disillusi dall’ennesima promessa di rinnovamento e di buon governo, traditi dalle sirene dell’anti-politica grillina, scottati dal fallimento di Ignazio Marino, defenestrato per inagibilità politica, umiliati dalle verità del processo di Mafia Capitale, terrorizzati dalla Mafia di Ostia. Assediati, tra i topi e i cinghiali, dai rifiuti che traboccano ad ogni angolo della città.

Silenzio e rassegnazione, dinnanzi al fallimento del Movimento 5 Stelle.

La miseria di Roma, oggi Capitale d’Italia solo sulla carta, inizia dallo svilimento della classe media cittadina che lascia fiaccata la borghesia romana, incapace di produrre una vera e propria classe dirigente. O almeno, una classe dirigente capace di trovare soluzioni di governo per la Città. Sicché, i Romani hanno votato in massa il Movimento 5 Stelle, i cui esponenti cittadini sono una bizzarra mistura di capi-popolo di quartiere, nella migliore delle ipotesi, se non misconosciuti macchiette di un movimento politico senza cultura politica, miracolati dall’ondata di protesta nei confronti di chi ha governato prima di loro. La protesta ha gonfiato le vele del nulla al cubo, dell’improvvisazione demenziale,  della criminale ignoranza eretta a metodo di governo.

Se Ignazio Marino pagò e cadde per colpa del suo orgoglio, Virginia Raggi non corre minimamente questo rischio. Il sindaco del Movimento 5 Stelle, più volte umiliata da Beppe Grillo, pare non avere alcun amor proprio di fronte alla mortificazione, al dileggio e all’esautorazione del suo ruolo ad opera del comico genovese. Il guru del Movimento 5 Stelle le ha imposto gli assessori, i componenti dei vari Cda, i commissari in casa propria, l’agenda politica e la comunicazione. Oramai in Campidoglio siede la controfigura di un sindaco. Così come, i consiglieri grillini sono umili comparse, intente a capire come uscire dalla pastoie di un contratto capestro o a quali stratagemmi ricorrere per ingraziarsi i vertici del Movimento a Genova e a Milano.

Roma è amministrata a distanza da un comico e da un Amministratore delegato di una società privata di comunicazione e di web marketing. Personaggi, questi due, che non hanno alcun amore per Roma, ma che considerano la Capitale alla stregua di un problema mediatico, tale da boicottare la narrazione elettorale nazionale necessaria a far diventare il Movimento 5 Stelle il primo partito alle prossime elezioni politiche.

Roma è oramai diventata una provincia secondaria dell’impero mass-mediatico del Movimento 5 Stelle. Terra di battaglia nella campagna elettorale di Beppe Grillo. Una Capitale nella polvere, teatro e proscenio di qualche feldmaresciallo grillino, intento a marciare sulle macerie di quel poco che rimane. Tra topi e cinghiali, la polvere e il silenzio.

La Roma di Virginia Raggi. Tra topi e cinghiali

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