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Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

Il Vecchio, il Latitante e il Bimbo Minkia

Sarà che i miei trent’anni stanno passando, sarà che non vivo più in Italia da qualche mese, ma la situazione italiana mi inquieta. Non provo più quel sarcasmo disincantato che mettono su taluni per mascherare lo sconcerto e il panico a fior di pelle.

In Italia abbiamo un vecchio, condannato a farsi un giretto una volta a settimana in un centro anziani, un latitante a Beirut, della cui fuga chi doveva sapere sapeva da almeno sei mesi ma non ha fatto nulla per evitarla e, in ultimo, un Bimbo Minkia che gioca con le quote rosa, la mancetta in busta paga e la Costituzione.

In Italia sta succedendo qualcosa. Si sta chiudendo un ciclo e se ne sta aprendo, faticosamente, un altro. Molti pontificano sulla nascita della Terza Repubblica. E ci pareva di vederla questa Terza Repubblica all’indomani delle dimissioni di Berlusconi, con il governo tecnico di Monti, che veniva lodato da tutte le cancellerie internazionali. Poi però ci furono le elezioni, con lo stesso Monti che, illuso dai vari Montezemolo, Riccardi e Della Valle, fondò un partito e si candidò. Ucciso l’infante nella culla (alquanto attempato per la verità), si passò alla non-vittoria di Bersani. Il boom del Movimento 5 Stelle, lo streaming, il governo delle larghe intese di Letta e, dopo la congiura in salsa fiorentina di quest’ultimo, la promozione del nuovo che avanza: il Bimbo Minkia, che annunciava il Big Bang per poi barattarlo con la sua promozione.

Nel mezzo? Berlusconi viene condannato e decade da senatore. Ma è una condanna non condanna, almeno a fronte del crimine: evasione fiscale per svariati milioni di euro. Il poveretto viene condannato ai servizi sociali. Si dovrà recare una volta a settimana in un centro anziani. A far cosa? Evidentemente a parlare degli effetti benefici del Viagra. E al contempo, il suo sodale di Partito Marcello Dell’Utri, viene condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. E per non finire in galera fugge dall’Italia e ripara in Libano. Una fuga i cui contorni erano noti grazie alle intercettazioni captate in un ristorante romano dove il fratello di Dell’Utri delineava i particolari della fuga. Il dato agghiacciante? La Procura generale si vedeva cassare tempo prima la richiesta per vietare l’espatrio a Dell’Utri. La beffa? La Corte di Cassazione rinvia al 9 maggio prossimo l'udienza per Marcello Dell'Utri, nel frattempo arrestato e detenuto a Beirut. Motivo? Il suo legale di fiducia è ammalato.  

E Renzi? Lui con il partito dei condannati e dei latitanti ci fa un accordo: legge elettorale, riforma del Senato e modifica del Titolo V. E perché mai? Perché l’ordine dall’alto è quello di non passare per le urne. Le elezioni, semmai, nel 2015. Quando la situazione in Italia sarà normalizzata per mezzo di una legge elettorale scellerata. Che di una tragedia italiana ne porta quasi il nome: “Italicum”. Le riforme? Uno specchietto per le allodole. L’importante è che ci sia una nuova legge elettorale che non permetta agli italiani di scegliere, che impedisca ai partiti minori di mettere piede in Parlamento e che regali un premio di maggioranza abnorme al partito che meglio si piazza.

Ricordate Manipulite che concluse la Prima Repubblica? Quattro quinti del Pentapartito spazzati via da un ciclone di arresti ed indagini. Ebbene, ad oggi a spazzare via la Seconda Repubblica c’è un accordo capestro stretto tra il Bimbo Minkia e il vecchio condannato. E sullo sfondo un latitante che in Italia non vuole e non deve tornare. Almeno fino alle prossime elezioni. Perché quello che potrebbe dire, una volta nelle patrie galere, potrebbe far sprofondare uno dei due contraenti del Patto del Nazzareno.

E alla fine il Bimbo Minkia, rimanendo solo sulla scena, con chi stringerebbe l’accordo mediatico?

Il Vecchio, il Latitante e il Bimbo Minkia

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