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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

Il senso di Virginia Raggi per le Olimpiadi

Paolo Berdini, assessore all’urbanistica della giunta Raggi, ha squarciato il velo sulle Olimpiadi 2024. Si è detto possibilista sulla candidatura di Roma, precisando che la cosa si può fare, a patto che si abbandoni l’approccio delle grandi opere per virare su una candidatura low profile. Mentre Virginia Raggi tace, così come ha fatto per la maggior parte del tempo durante i suoi primi due mesi di mandato.

Virginia Raggi appare un po’ come una madonna dal candido velo e tutti attorno a lei stanno bene attenti che nessuna macchia possa sporcarla. Raggi non parla, non proferisce parola, eccezion fatta che per il suo intervento alla festa de Il Fatto Quotidiano, durante il quale, improvvisandosi statista, ha pontificato sul Pil buono e quello cattivo, in riferimento alla ricostruzione dei paesi terremotati.

Le attaccano l’assessora ai rifiuti Paola Muraro, le cui intercettazioni telefoniche con l’ex Amministratore Delegato di Ama Franco Panzironi vengono acquisite dalla Procura;  l’assessora ai trasporti Linda Meleo litiga a mezzo posta con il direttore generale di Atac Marco Rettinghieri; i 18 milioni per salvare il servizio della metro A urlati ai quattro venti sui social dall’assessore al bilancio Marcello Minenna si rivelano un fake; all’interno del suo stesso Movimento volano stracci sui maxi stipendi del suo staff, specie per quanto riguarda la sua capo di gabinetto Carla Raineri, un ex compagno del vice sindaco Daniele Frongia ai tempi del’Istat , un dipendente comunale di comprovata fede grillina miracolato con la triplicazione dello stipendio e Beppe Grillo in persona, con buona parta del mini direttorio, che le intimano di congedare Raffaele Marra, noto consulente ai tempi della Giunta Alemanno al Comune e Polverini alla Regione. E lei muta.

C’è altro? Sì, l’immobilismo della sindaca Raggi difronte alle questioni cruciali e strategiche per la Capitale, come ad esempio il nuovo stadio della Roma (1,7 miliardi di euro di investimento privato) e la candidatura di Roma ad ospitare le Olimpiadi 2024 (5 miliardi circa di fondi dal governo, più uno dal Cio). Virginia Raggi tace, non parla, non fa trasparire alcuna indicazione circa il suo pensiero. Lei è chiusa in una teca. Al massimo la si può osservare mentre si commuove dal balcone del suo ufficio in Campidoglio, mentre fa sedere il suo bambino sullo scranno più alto dell’aula Giulio Cesare, mentre fa uno streaming su Facebook dal suo ufficio di sindaca, mentre arriva su di una auto elettrica guidata dal suo fido compagno di movimento  e vicesindaco Daniele Frongia, mentre presenta sempre in streaming la sua giunta, oppure mentre viene sorpresa in pigiama da “Chi?” di Alfonso Signorini a battere i tappeti  e a far prendere aria alle coperte del suo letto dal balcone di casa sua.

Ma perché mai la sindaca Raggi tace sulle questioni importanti? Perché su di lei il Movimento 5 Stelle nazionale si sta giocando la partita della vita. Ogni sua dichiarazione o presa di posizione sulle questioni cruciali della Capitale deve essere vagliata ed analizzata al millimetro dallo stato maggiore del Movimento 5 Stelle. E anche perché sul progetto del nuovo stadio della Roma e sulle Olimpiadi 2024 il Movimento 5 Stelle sta cercando di ritagliarsi un posto in tribuna vip. Infatti, su entrambe le questioni il Movimento 5 Stelle non ha alcun diritto di primogenitura da rivendicare. In particolar modo sulla candidatura di Roma ad ospitare le Olimpiadi. Il treno è partito almeno due anni fa quando Giovanni Malagò, presidente del Coni, Luca di Montezemolo, presidente del Comitato promotore di Roma 2024, Luca Pancalli, Presidente del Comitato Paralimpico e Matteo Renzi annunciavano la candidatura di Roma, con l’allora sindaco Ignazio Marino seduto in prima fila senza diritto di parola. Le Olimpiadi 2024 sono una creatura che non ha nulla a che fare con il Movimento 5 Stelle, né tanto meno con la sindaca Virginia Raggi. E ciò a cui stiamo assistendo oggi è lo strenuo tentativo da parte del Movimento 5 Stelle di dettare l’agenda di una candidatura che la sindaca Virginia Raggi si è ritrovata già bella e fatta.

Paolo Berdini sdogana, per conto della giunta Raggi, il tema Olimpiadi. Una fuga in avanti che non ha nulla di clamoroso. Rappresenta semmai la fase due della strategia grillina per ambire ad un posto in tribuna vip accanto al premier Matteo Renzi e ai due manager Giovanni Malagò e Luca di Montezemolo. Uno strenuo tentativo per lucrare politicamente sulla candidatura di Roma, per non lasciare tutto il merito al Pd di Matteo Renzi. Una volta di più, così come fu durante la giunta Marino, Roma diventa terreno di scontro tra le forze politiche nazionali.

Insomma, il senso di Virginia Raggi per le Olimpiadi conta poco. E comunque, conta meno della disputa politica nazionale.

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