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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

Roma ha due sindaci: Marino e Gabrielli. Il Papa e l’anti-Papa

Racconteremo ai nostri nipoti di come Roma, all’epoca di Mafia Capitale, non aveva un solo sindaco ma ben due. Ignazio Marino e Franco Gabrielli. Il primo eletto, il secondo nominato. E viene subito in mente la scena di “Brancaleone alle Crociate”, quando il prode Cavaliere da Norcia è designato dal Santo stilita Colombino ad affrontare un’immane prova, al fine di decretare chi sia “lo vero Papa” tra duellanti Papi Gregorio e Clemente.

Roma ha due sindaci. Uno ufficiale, l’altro “de facto”. Marino con la fascia tricolore ma svuotato delle sue funzioni, Gabrielli senza fascia ma in possesso dei cordoni della borsa e con potere di vero, assieme al governo nazionale, su ogni singolo atto di indirizzo ed esecutivo della giunta cittadina. In ogni caso, un totale fallimento per il Centrosinistra non solo romano, ma anche nazionale. Non è un segreto per nessuno, infatti, che i due anni di amministrazione di Ignazio Marino siano stati un fallimento ben prima di Mafia Capitale. Un fallimento dettato dalla pochezza del candidato e dalla mancanza di una linea politica unitaria e coerente della coalizione che lo ha portato all’elezione.

Alfano non decreterà lo scioglimento di Roma per mafia, ma limiterà fortemente le prerogative del sindaco di Roma. Da più parti dicono che la ragione risiede nel fatto che il Governo Renzi voglia risparmiare al Paese tutto una figuraccia mondiale. Ma cos’altro aggiungere a quanto già successo durante il funerale Casamonica, divulgato in mondo visione? All’estero sanno bene quanto la Mafia pervada le nostre istituzioni e quanto Roma ne sia ostaggio oramai da decenni. Taluni sostengono che il commissariamento “mascherato”, con la promozione di Gabrielli a vero sindaco di Roma, serva al Centrosinistra ad evitare le elezioni amministrative nella prossima primavera, con il Pd ai minimi termini di consenso e il Movimento 5 Stelle che impazza nei sondaggi. Se così fosse, davvero i dirigenti di Centrosinistra pensano che una manciata di interventi di manutenzione, in occasione del Giubileo della Misericordia, per una miseria di appena 50 milioni di euro, possano capovolgere il trend del consenso?

Oggi, così come all’indomani dell’elezione di Ignazio Marino, il Pd romano e nazionale non ha uno straccio di linea politica per Roma. Non ha una visione. Ed anzi, Mafia Capitale ha almeno regalato al Pd un argomento intorno al quale confrontarsi e prendere una decisone. Che però, una volta di più, appare meticcia, ambigua, raffazzonata. Con buona pace dei Romani che, al pari di Brancaleone da Norcia, dovranno attraversare a piedi nudi la distesa di carboni ardenti per decretare chi sia, in verità, “lo vero Papa”.

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