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Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

Atac spia i romani e Marino tace

Da maggio i cittadini romani potrebbero essere intercettati in massa. Non tutti, solo coloro che prenderanno i mezzi pubblici Atac. E difatti, da Il Messaggero, si apprende che il nuovo piano della municipalizzata prevede il posizionamento sui mezzi Atac di cimici, attraverso cui poter controllare l’operato dei propri dipendenti, così come intercettare le conversazioni dei passeggeri. Il tutto al fine di prevenire situazioni di pericolo.

Non so cosa ne possiate pensare voi, ma la cosa a me pare assurda. Anche perché, la dirigenza dell’Atac non ha minimamente chiesto alcun parere all’Autority per la Privacy. La quale, se interpellata, non potrebbe far altro che chiedere il ricovero coatto di chi ha messo nero su bianco questa bella trovata. E anche perché, a dirla tutta, le cimici ci sarebbero volute e ci vorrebbero tuttora negli uffici degli alti dirigenti Atac.

Ricordate la faccenda dei biglietti clonati? Era il novembre del 2013 quando su Repubblica i giornalisti Daniele Autieri e Carlo Bonini pubblicarono un’inchiesta a tratti inquietante dal titolo “Un bunker segreto stampa biglietti clonati. Così l'Atac ricicla fondi neri per la politica”. Un sistema che, sempre stando a quanto scrivono i due giornalisti, ha esordito nel 2000. Un sistema che permette ad Atac di avere una contabilità parallela. La prima alla luce del sole, basata sulla stampa e la vendita di biglietti veri, la seconda occulta, grazie ai titoli di viaggio contraffatti ma pur sempre stampati da Atac. E quindi validi a tutti gli effetti. Un sistema che permette di accumulare “fondi neri”, perché basato sui titoli di viaggio duplicati che hanno valore monetario, creando così riserve di denaro. Ad uso e consumo di chi e per che cosa? E’ ciò che gli inquirenti stanno cercando di capire da due anni a questa parte. Così come stanno cercando di individuarne i responsabili. Ma con i tempi biblici della giustizia italiana, ci vorranno almeno altri tre anni perché arrivino le prime risposte.

Nel frattempo, l’Atac ha progettato di intercettare tutti i propri utenti, con il pretesto di garantire la massima sicurezza alla Capitale.

Ancora nessuna reazione da parte del sindaco Ignazio Marino che, all’indomani dell’inchiesta di Repubblica sui biglietti clonati di Atac, non si fece scappare l’occasione per una serie di dichiarazioni e conferenze stampa sull’argomento. “Non è possibile che in questo momento ci troviamo con un’azienda dove i lavoratori vivono difficoltà straordinarie e nello stesso tempo qualcuno batteva moneta. Noi faremo tutto il possibile, anzi chiedo a tutte le persone che abbiano informazioni di poterci aiutare. Io sarei felice di poter andare dal procuratore con chi ha un informazione ci aiuti a trovare i colpevoli e assicurarli alla giustizia. Abbiamo chiesto all’avvocatura del Campidoglio per costituirci parte civile nei processi che ci saranno”. Non risulta che qualcuno si sia presentato nel frattempo da Marino con qualche informazione utile. Né tantomeno, pentiti disposti a farsi scortare dal Sindaco per andare a raccontare al Procuratore informazioni utili alle indagini. D’altronde, Ignazio Marino, alle prese con i Vigili “infedeli” e “fannulloni” che gli hanno rattristato il concertone di Capodanno, di questa faccenda non ne ha più parlato. Così come, ad oggi, non ha proferito parola sulla follia di intercettare tutti i cittadini romani che dovessero da maggio prendere un autobus.

Ma c’è il lato positivo della faccenda. Dal prossimo mese di maggio i cittadini romani potranno far sapere in tempo reale cosa pensano del penoso servizio che Atac offre ai romani. Potranno recapitare in istantanea le imprecazioni ogni qual volta i bus si fermeranno in avaria, oppure ogni qualvolta l’attesa per andare in ufficio o per tornare a casa durerà ben oltre i trenta o quaranta minuti.

Intanto, Ignazio Marino tace. Ed è un silenzio che pesa.

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