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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

A Roma? Ecco perché si potrebbe votare tra due anni

Sulla porta che introduce all’ufficio del sindaco di Roma c’è scritto “Pericolo di morte (politica)”. E tanto basta per comprendere la situazione di stallo che sta vivendo la Capitale in questo lungo frangente. Tutto è fermo. Al momento, gli unici candidati usciti allo scoperto sono Alfio Marchini con la sua lista civica, Stefano Fassina per la neonata Sinistra Italiana e Riccardo Magi, proposto da Pippo Civati, leader del movimento Possibile. Tre personaggi in cerca di autore per altrettanti movimenti politici che, per sopravvivere e dare un senso alla loro esistenza, al massimo potranno sperare in una trattiva con il Pd o con quel che rimane del Centrodestra al momento delle elezioni amministrative. 

Sullo sfondo rimane una Capitale che soffre gli stessi problemi di un anno fa: dipendenti comunali in sommossa per l’annosa questione del salario accessorio; traffico impazzito a causa del pessimo stato del trasporto pubblico, della viabilità e delle targhe alterne, misura necessariamente  imposta dal prefetto Franco Tronca per l’elevato tasso delle polveri sottili, che da circa 20 giorni è ben al di sopra del limite consentito; il Concertone dell’ultimo dell’anno da organizzare in appena sette giorni, con la minaccia della serrata dei vigili urbani e dell’assenteismo dei macchinisti della metropolitana nella fascia notturna; le buche sulle strade, fintamente tappate a suon di mazzette e i cassonetti strapieni, con l’Ama allo stremo ad un passo dal fallimento formale. Anzi, c’è un fatto nuovo, il guano degli uccelli che rende la vita impossibile sul lungo Tevere in centro. Ed in mezzo, il Giubileo più fiacco, in termini di affari, della millenaria storia di Roma. 

Il quadro è già di per sé più che deprimente. Se non altro, però, il prefetto Franco Tronca ha dalla sua il fatto che non rilascia bizzarre e controproducenti dichiarazioni a mezzo stampa. Cosa che lo contraddistingue dal suo predecessore Ignazio Marino, massimo esponente dell’antica arte di darsi la zappa sui piedi. C’è però un elemento che accomuna l’amministrazione straordinaria di Tronca a quella di Ignazio Marino: la politica è ancora sull’Aventino. Semmai, il governo parla di Roma solo in occasione della candidatura alle Olimpiadi del 2024, con Giovanni Malagò sul palco della Leopolda 6 che pontifica sulle mirabolanti opportunità che le Olimpiadi potranno offrire alla città. Ma nel frattempo Roma soffre. Soffrono i commercianti e gli albergatori che denunciano un decremento degli affari rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, nonostante il Giubileo e il periodo festivo. Soffrono i turisti che decidono di trascorrere qualche giorno a Roma, tra disservizi, venditori ambulanti, centurioni, salta-fila e degrado fin dentro al centro città. Così come, soffrono gli amministratori municipali che non hanno più argomenti validi da opporre alle lamentele della cittadinanza. Nel frattempo, si sta celebrando il processo di Mafia Capitale, al quale si vanno aggiungendo via via tutta una serie di inchieste su mazzette e funzionari pubblici infedeli, che riguardano tutti gli aspetti amministrativi della città. Processi che si celebreranno durante e ben oltre le elezioni amministrative di Roma. Sempre che queste elezioni si terranno tra la fine di maggio e l’inizio di giugno del prossimo anno. 

Infatti, c’è chi inizia a scommettere che le elezioni saranno spostate un po’ più in là, con il pretesto di riformare lo status istituzionale di Roma. E’ notizia fresca quella della proposta avanzata dall’associazione culturale Prodemos, fondata dal sottosegretario alla Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti, renziano doc, e che conta tra i suoi aderenti anche Umberto Croppi, ex assessore alla cultura della giunta Alemanno. Il disegno è quello di trasformare Roma in una “città-distretto”, sul modello della città-metropolitana di Berlino, con un’assemblea elettiva a suffragio universale e i 15 municipi che diventerebbero dei veri e propri comuni, realizzando finalmente il decentramento. Riforma sacrosanta, per carità, ma di là da venire. Ci sarebbe, quindi, la dissimulata volontà di lasciare Roma in amministrazione straordinaria per almeno due anni, in attesa che la riforma si compia, così da votare poi, nella stessa finestra elettorale delle elezioni politiche, l’assemblea e il sindaco della nuova Roma “città-distretto”. Il tempo necessario perché il Pd possa tornare ad occuparsi di Roma, al riparo dal Processo di Mafia Capitale e con il traino di Matteo Renzi, candidato a governare il Paese. Altro elemento che farebbe propendere per questo scenario è il fatto che Franco Tronca stia costruendo la sua squadra di governo di Roma in maniera minuziosa, chiamando a sé tutti i suoi collaboratori più fidati che lo hanno supportato durante l’Expo di Milano. Cosa strana per un’amministrazione straordinaria di sei mesi. Cosa normale se ci si prepara a governare Roma per almeno due anni. 

Chi ha puntato a conquistare il Campidoglio sfruttando l’effetto Mafia Capitale, potrebbe dover rifare i suoi conti. D’altronde, se ci propinano una riforma dello status istituzionale di Roma, chi potrà opporsi? E con quali argomenti?  E’ possibile che quest’anno non troveremo il sindaco di Roma sotto l’albero. 
Buon Natale e Buon anno nuovo.

A Roma? Ecco perché si potrebbe votare tra due anni

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