La sentenza n.12180/2018 del Tribunale di Roma conferma l’orientamento della giurisprudenza tracciato dalla sent. n.4558/2012 della Cassazione: per l’Alzheimer non è possibile distinguere tra prestazioni socio-assistenziali e sanitarie e di conseguenza tutti i costi sono totalmente a carico dello Stato.

Il Tribunale di Roma, già nel 2016, con la sentenza 14180/2016 , ottenuta da noi di Avvocato del Cittadino – Associazione Astolfi, si era già pronunciato richiamando la precedente giurisprudenza ed affermando che “l’attività prestata in favore di soggetto gravemente affetto da morbo di Alzheimer ricoverato in istituto di cura è qualificabile come attività sanitaria, quindi di competenza del Servizio Sanitario Nazionale, ai sensi dell’art. 30 della legge n. 730 del 1983, secondo cui sono a carico del SSN gli oneri delle attività di rilievo sanitario connesse con quelle socio-assistenziali”. Una nostra socia, decisa a far valere le proprie ragioni, ha infatti richiesto ed ottenuto dalla Regione Lazio la restituzione della somma da lei versata per la degenza dell’anziano padre, malato di Alzheimer, presso una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) della capitale.

La nostra battaglia al fianco dei familiari dei malati di Alzheimer degenti in Rsa continua su due fronti:

– fino al 16 settembre 2019 è possibile iscriversi al ricorso collettivo per richiedere il blocco del pagamento delle rette: la quota di partecipazione è di 120 euro ad aderente, qui tutti i dettagli

– per recuperare le somme corrisposte a titolo di compartecipazione alla retta è invece indispensabile agire singolarmente: gli avvocati dell’ente offrono onorari agevolati per chi vuole intraprendere questa battaglia, qui i dettagli