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Attualità San Basilio / Via di Scorticabove

Via Scorticabove, la lettera dei rifugiati sgomberati: "Il Comune non disperda la nostra comunità"

Una pagina Facebook creata dalla comunità sudanese, e un braccio di ferro in corso con il Campidoglio. Il prossimo tavolo in viale Manzoni lunedì 6 agosto

Sono determinati a non mollare i rifugiati sudanesi sfrattati dall'immobile di via Scorticabove. Da quasi un mese dormono sull'asfalto davanti a quella che per 13 anni è stata casa loro. Lo sgombero è avvenuto il 5 luglio scorso, per morosità della cooperativa che da anni non pagava l'affitto ai privati, ma che già aveva lasciato lo stabile, coinvolta tra l'altro nell'inchiesta Mafia Capitale. 

Loro però, 120 immigrati per lo più originari del Sudan, sono rimasti lì, dando vita a un modello di autogestione che non vorrebbero abbandonare. Stanno portando avanti il dialogo con il Campidoglio per chiedere soluzioni in queste senso, rifiutando l'opzione di trasferirsi, disgregando il gruppo, nei centri di accoglienza ordinari. Su Facebook è nata in queste ore una pagina ad hoc, con una lettera aperta postata dai rifugiati. 

"Le conseguenze dello sfratto, senza alcun preavviso e senza che sia stata trovata prima una soluzione alternativa, nonostante ci fosse stato tempo, ci ha messo in mezzo a una strada dove tutt’ora stiamo ancora vivendo". E "l’unica alternativa che il Comune continua a proporci è il posto letto presso varie strutture nel circuito emergenziale, dal quale siamo usciti da oltre dieci anni" raccontano. "Un enorme passo indietro per tutti noi e per l’intera società civile" rientrando dalla finestra nei circuiti di accoglienza emergenziali. 

Da qui la richiesta, già avanzata a un tavolo che si è tenuto in viale Manzoni presso il dipartimento Politiche Sociali, di individuare un immobile dove sperimentare un modello di co-housing. Ma per adesso il Comune ha congelato la possibilità, nelle more dell'arrivo di un parere richiesto in merito all'Avvocatura.

"Le proposte che abbiamo fatto, confrontandoci con le rete di solidarietà che si è attivata con noi sin dal 5 luglio, si pone in un’ottica di collaborazione con le Istituzioni, con la consapevolezza dell’importanza del mantenimento della nostra Comunità-famiglia che invece le istituzioni negano e a cui non danno evidentemente nessun valore e nessuna importanza". Il prossimo appuntamento al tavolo delle trattative è lunedì 6 agosto. E l'obiettivo è chiaro e scritto anche sui social. "La comunità vuole: mantenersi tale e rimanere unita, continuare a svolgere importanti funzioni sociali per sé e per la cittadinanza, ottenere uno stabile da autogestire, come è stato per 13 anni".

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