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Migranti, Ugl attacca il nuovo protocollo di accoglienza: "Incentivo al fenomeno dei falsi minori"

Le critiche del sindacato al nuovo protocollo per il trattamento dei migranti minorenni non accompagnati, in vigore da metà ottobre

Da metà ottobre, sull'accoglienza dei minori non accompagnati, le procedure sono cambiate. Questura di Roma, dipartimento Politiche sociali e polizia locale hanno firmato un nuovo protocollo d'intesa che ridefinisce le modalità di intervento dei soggetti in campo per quanto concerne l'identificazione, la valutazione delle domande di protezione internazionale, la presa in carico e l'accoglienza. 

Dovrebbe "snellire in maniera drastica i tempi burocratici per l’individuazione di strutture idonee all’accoglienza" secondo una nota esplicativa diffusa da via di San Vitale. Con il "duplice risultato di una tutela più consona alle condizioni del minore e una drastica riduzione dell’attesa per le pattuglie della Polizia di Stato che, in tempi brevi, potranno riprendere il controllo del territorio". 

Ma c'è chi lancia critiche pesanti al nuovo provvedimento, che "andrebbe a favorire un nuovo proliferare del fenomeno dei 'falsi minori' favorendo di fatto l'immigrazione clandestina". Sono parole di Marco Milani, coordinatore romano del sindacato UGL della Polizia locale. Cosa cambia rispetto al passato?

Il minore, o sedicente tale, che si palesa alle forze dell'ordine chiedendo una protezione allo Stato continua a passare per il Centro di primissima accoglienza di via di Villa Spada, ma gli agenti della polizia locale non saranno più impegnati direttamente nella verifica della minore età. "Eravamo riusciti a contrastare con forza la quantità di migranti che mente per avere i permessi di accoglienza da minorenni - spiega Milani - ora con il nuovo protocollo diventa più difficile perché si tenta di limitare i poteri di accertamento della Polizia Giudiziaria"

Già, fino a un mese fa era automatico che il minore venisse portato all'ospedale militare del Celio, per verifiche medico-sanitarie sull'età dichiarata. Oggi l'iter è cambiato. Se ci sono dubbi sulla veridicità di quanto detto, e previa colloquio con i mediatori culturali e gli operatori del dipartimento di viale Manzoni, le forze dell'ordine inviano richiesta di accertamenti alla Procura del tribunale dei minori. Se questa viene accolta, solo allora, gli agenti possono accompagnare il minore in ospedale per le suddette procedure sanitarie. Quindi, se da un lato gli enti firmatari hanno puntato sull'alleggerimento del lavoro delle forze dell'ordine e su una collaborazione più stretta con gli operatori sociali, per Ugl si rischia di vanificare l'incisività dei controlli. 

"Chiediamo una valutazione urgente da parte del Governo ed in specie del ministro Salvini" conclude Milani. Anche perché "le nuove modalità operative suscitano non pochi dubbi e perplessità circa la legittimità del tentativo di limitare i poteri di accertamento della Polizia". 

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