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In sciopero della fame contro il decreto sicurezza bis, la protesta di tre attivisti di Mani rosse antirazziste

Al quarto giorno di sciopero della fame incontriamo Mauro Zanella, uno dei tre attivisti in protesta, durante un presidio di Mani rosse antirazziste in piazza Vidoli

“Abbiamo iniziato uno sciopero della fame contro la conversione in legge del cosiddetto Decreto legge sicurezza bis, che criminalizza coloro che, salvate in mare le vite di profughi, rifiutano di sbarcarli in un porto non sicuro come quelli della Libia sconvolta dalla guerra e costellata di veri lager per i migranti”. Inizia così la lettera a firma di Mauro Carlo Zanella, Manfred Bergmann e Drummond Petrie, attivisti del gruppo Mani rosse antirazziste, nato spontaneamente da cittadini che da diversi mesi ogni giovedì, marcia pacificamente davanti al Viminale, con la quale annunciano l’inizio del loro sciopero della fame.

Una manifestazione silenziosa portata avanti con tenacia da chi prova così a portare in piazza il dissenso di quanti di ritrovano in disaccordo con il provvedimento a firma del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

E dopo le due manifestazioni organizzate in piazza Montecitorio insieme a diverse realtà sociali di Roma, tra cui Restiamo Umani, questi tre cittadini hanno scelto di “alzare il tiro” ponendo se stessi in sciopero delle fame “fino a quando non avremo vinto”, dice Mauro Zanella che di mestiere fa l’insegnante di scuola elementare -, chiediamo ai senatori di votare secondo coscienza e legalità. Crediamo che sia un provvedimento incostituzionale e che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, se dovesse passare l’inter di approvazione, non lo firmerà. Siamo infatti solidali con lui, è una scelta difficile e che metterebbe in crisi l’equilibrio della governo, ma deve tutelare la nostra Costituzione”.

Petrie è un insegnante di violoncello di origini scozzesi con base a Castel Volturno e che per sei mesi l’anno presta la sua opera in Jamaica con il progetto internazionale El Sistema. Manfred Bergmann è un insegnante precario e collabora con Iol, una ong nel che opera nel settore dei diritti umani. Insieme a Mauro Zanella hanno deciso di fare queste protesta “estrema” a cui si aggiungo a staffetta anche gli altri componenti di Mani rosse antirazziste. “I morti del mediterraneo sono i nuovi desaparecidos - conclude Zanella -, ed il nostro movimento di ispira a quelle madri rimaste inascoltate per anni durante una delle dittature più atroci degli ultimi decenni in Argentina. Non dobbiamo arrivare a quel punto”.

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