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Testaccio, la paura degli anziani e l'aiuto del Portierato: "Impossibile toccarci, ma ci scalda il loro sorriso"

La spesa, il ritiro dei farmaci, il supporto per le cose di tutti i giorni: così Portierato di Testaccio aiuta le persone in difficoltà in questa emergenza Coronavirus

Ai tempi del Coronavirus Roma riscopre la solidarietà nei suoi quartieri. Siamo a Testaccio dove da anni è attivo il "Portierato di Testaccio", un'associazione che da un lato aiuta a mettere in connessione i bisogni dei cittadini con il tessuto sociale e lavorativo della zona, dall'altro supporta con attività di volontariato le fasce più deboli della popolazione nelle quotidiane attività. L'emergenza sanitaria che stiamo vivendo in questi giorni ha moltiplicato il lavoro dell'associazione. 

Marina Tattoni, che del progetto Portierato di Testaccio è ideatrice e responsabile, spiega: "Sono soprattutto gli anziani ad avere bisogno di noi. Ci offriamo per andare a fare la spesa e per andare a ritirare i medicinali". Il meccanismo è in sè banale: basta entrare in contatto telefonico con l'associazione, fare la lista della spesa e consegnarla in massima sicurezza, anche a distanza, ai volontari. 

"Facciamo noi la fila al loro posto", racconta Marina. "Evitiamo che escano ed entrino in contatto con le altre persone". La lista è quella classica: pasta, pane, pomodori, scatolame. "Ci lasciano la lista e i soldi. Una volta fatta la spesa la portiamo al piano, lasciandola sul pianerottolo. Insomma, rispettiamo le distanze e quelle che sono le indicazioni, compreso indossare la mascherina e i guanti". 

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Per i medicinali la procedura è leggermente diversa. "Sono gli anziani che fanno l'ordine in farmacia", spiega Marina. "Il farmacista prepara il sacchetto, sigillato, per rispettare la privacy. Noi dobbiamo solo ritirarlo e portarlo poi ai destinatari". 

L'associazione in realtà opera in questo modo anche in tempi normali. "Cosa è cambiato in questi giorni? La paura. Gli anziani temono il contagio, ce lo dicono, glielo si legge in faccia. Preferiscono non uscire anche se per loro anche una breve e semplice passeggiata significa dare un senso alla giornata. Anche per questo li  aiutiamo in massima sicurezza e rispettando tutte le prescrizioni". E questo spesso equivale a non potersi neanche toccare, a volte neanche a salutare. "Sì, questa è la cosa più brutta: a volte ci scambiamo un ciao dalla finestra, a distanza. Un sorriso carico di speranza, più forte di un grazie che riempie il cuore e che ti convince che sì, andrà tutto bene". 

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