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Ama, approvate le linee guida del piano industriale: previsti 13 nuovi impianti

Dal compost alle "fabbriche dei materiali" al posto dei Tmb. L'azienda: "Puntiamo all'autosufficienza". M5s: "Ora iter di verifica dall'amministrazione"  

Il Cda ha approvato oggi le linee guida. Lo scheletro del piano industriale di Ama, step centrale per rimettere in moto il ciclo rifiuti della Capitale, è ora sulla carta. L'obiettivo è l'autosufficienza impiantistica, si legge nella nota stampa diffusa a fine giornata, "per il miglioramento dei servizi e la creazione di valore a beneficio dei cittadini".

Punto fondamentale è appunto l'assetto impiantistico. Il nuovo piano punta ad abbattere la dipendenza da terzi dell’azienda capitolina, con la realizzazione di 13 nuovi impianti. Nessun inceneritore e nessuna discarica, parliamo di strutture volte al riciclo e alla trasformazione del materiale. Tre gli impianti per il trattamento degli scarti organici da trasformare in compost (uno in più rispetto ai due presentati in Regione a Casal Selce e Cesano), tre per il trattamento di plastica e metalli, due fabbriche dei materiali in sostituzione dei TMB, e ancora quattro per materiali specifici (RAEE, terre di spazzamento, materassi, pannolini) e uno per la vetrificazione degli scarti di trattamento. 

"Complessivamente - spiega Ama - questo nuovo sistema impiantistico dovrà poter trattare annualmente 880 mila tonnellate di rifiuti e materiali riciclabili". Il tutto dovrà andare di pari passo con l'incremento della raccolta differenziata, oggi al 45% ma da portare al 70 entro il 2021. "Si punta a intercettare quasi 500mila tonnellate in più di materiali da avviare a riciclo" prosegue la nota della partecipata. "Nel processo, oltre al porta a porta, verrà innestato il programma per circa 1000 domus ecologiche (aree ad accesso riservato e controllato al servizio di utenze condominiali o piccoli nuclei abitativi)". Insieme a una riorganizzazione della raccolta di prossimità su strada, anche attraverso l'introduzione di soluzioni tecnologiche per l'applicazione futura della tariffa puntuale." Tradotto: chi più differenzia meno paga. 

Il piano industriale include poi anche le Ama di municipio: un nuovo assetto organizzativo articolato in specifiche strutture di area, con ruolo di interfaccia nella gestione tra azienda, municipi e utenti.

"L'autosufficienza impiantistica – afferma il presidente di Ama Lorenzo Bagnacani - è un fattore strategico per l’azienda pubblica e rappresenterà la vera rivoluzione per Roma Capitale. Le leve del ciclo integrato dei rifiuti e una logistica radicalmente mutata costituiranno le basi per il miglioramento dei servizi e per la creazione di valore a beneficio della cittadinanza".

Il Movimento Cinque Stelle commenta le linee guida, sottolineando i passaggi che prevedono controlli puntuali e monitoraggi del piano: "Dopo l'approvazione delle Linee Guida nel Cda di Ama, ora parte l’iter di verifica da parte dell’Amministrazione, dalla Commissione all’Assessorato, passando anche attraverso il massimo coinvolgimento della cittadinanza".

Già, che una parte dei Cinque Stelle terrà gli occhi ben aperti sulle prossime mosse dei vertici Ama è cosa nota. La maggioranza grillina in Comune è spaccata sul fronte rifiuti. E c'è chi, dati i risultati mediocri raggiunti fin'ora, non vede di buon occhio l'asse Montanari-Bagnacani. L'assessora all'Ambiente, da sempre molto vicino al presidente Ama, è data da molti con un piede fuori dalla giunta Raggi. Tanto che un gruppo di consiglieri M5s sarebbe pronto a insediare una Commissione speciale rifiuti. Così, anche il piano industriale dell'azienda capitolina è sotto sorveglianza. Il dossier rifiuti è tra i più caldi sul tavolo della giunta. In questa seconda metà di mandato, non sono ammessi errori.

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