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Sabato, 20 Aprile 2024

Piano di zona Borghesiana: affitti maggiorati per palazzine pignorate

Borghesiana è un piano di zona che sorge lungo via di Rocca Cencia realizzato da diverse società e cooperative di costruzione. Si tratta di palazzine di edilizia agevolata sorte su terreni del Comune e finanziate in parte con soldi erogati dalla Regione proprio perché destinate a famiglie con redditi bassi. Come accaduto in molti piani di zona della città, anche a Borghesiana ci sono alloggi per i quali è stata aperta una procedura di pignoramento da parte delle banche creditrici. Romatoday ha seguito il caso della cooperativa Lega San Paolo Auto che solo a Borghesiana ha realizzato e affittato 70 alloggi in tre palazzine in via Rocca di Neto e via Nocera Terinese ricevendo con circa 4 milioni di euro di finanziamenti regionali destinati a sostenere la costruzione di case da affittare a prezzi ribassati e a lungo termine.

40 di questi appartamenti sono stati realizzati in base alla legge 179 del 1992. Gli assegnatari di questi alloggi nel 2014 si sono visti abbassare gli affitti in quanto il finanziamento pubblico erogato dalla Regione Lazio per la loro costruzione, pari a 2 milioni e 600 mila euro, non era stato sottratto dagli importi finali degli affitti elaborati dalla cooperativa e approvati dagli uffici del dipartimento Urbanistica anni prima. Proprio per questo motivo i vertici della cooperativa costruttrice sono indagati per truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Insieme a loro, con l’accusa di omissione di atto d’ufficio, anche due ex funzionari del Comune di Roma. Sempre a Borghesiana, per lo stesso motivo, sono indagati gli ex vertici di altre cooperative. Tra il 2013 e il 2014 il Comune ha inviato in autotutela 80 lettere ad altrettanti operatori chiedendo di sottrarre i finanziamenti pubblici dal canone finale per un totale di oltre 1700 abitazioni coinvolte. A Borghesiana, per esempio, quando Teresa è entrata nella sua nuova casa nel 2010 pagava 680 euro al mese. Dopo la revisione delle tabelle questa cifra è scesa a 470.

Come spiegato da Baldoni la cooperativa non è più riuscita a pagare i mutui dopo l’abbassamento degli affitti. Non tutti gli assegnatari delle abitazioni oggi sotto pignoramento, però, hanno visto i loro versamenti diminuire. Mariano, per esempio, ancora oggi paga oltre 700 euro al mese ai quali deve aggiungere le spese condominiali. Questo perché 30 dei 70 appartamenti di cui stiamo parlando sono stati finanziati con un bando regionale del 2003 in base ad un decreto ministeriale chiamato ‘20mila alloggi in affitto’ in base al quale il canone da versare viene stabilito dai cosiddetti accordi territoriali stipulati tra il Comune e i sindacati degli inquilini in base alla legge 431 del 1998. Un punto contestato da molti inquilini e dal sindacato Asia Usb in quanto la legge non è applicabile all’edilizia residenziale pubblica. Così Mariano paga ogni mese quasi 300 euro in più rispetto ai suoi vicini di casa.

Nel febbraio del 2019 il custode giudiziario informa gli assegnatari della procedura di pignoramento. Seguirà il sopralluogo per valutare il valore degli immobili ai fini dell'asta. Da quel momento in poi gli affitti vengono versati sul conto della procedura. “Nessuno di noi sa fino a quando e se potremo restare in queste case”, la preoccupazione degli inquilini. Tra loro c’è anche chi denuncia “di aver sottoscritto un contratto d’affitto dopo che la procedura di pignoramento era già scattata”. Secondo quanto apprende Romatoday, i primi dovrebbero poter rimanere almeno fino alla scadenza naturale del contratto. A questi ultimi, invece, dotati di contratto valido ma non opponibile, il giudice potrebbe chiedere di lasciare le case vuote in vista dell’asta. Il ricavato servirà a ripagare la banca.

Con una lettera indirizzata al Tribunale di Roma la direzione regionale per le Politiche abitative ha fatto presente la necessità di considerare “l'importo contributivo da restituirsi alla regione” e i “vincoli locatizi posti a tutela dei finanziamenti erogati”. Il 4 dicembre si è tenuta l’udienza per l’autorizzazione della vendita. Ancora non è chiaro chi, e con quali vincoli, potrà partecipare all’asta. E, soprattutto, che fine faranno gli attuali assegnatari.

Nella palazzina realizzata con il programma ‘20mila alloggi in affitto’ sono state anche vendute due abitazioni. Emanuele è uno dei due acquirenti. Nel contratto di assegnazione sottoscritto nel settembre del 2012 con la Cooperativa edilizia Lega San Paolo Auto il prezzo massimo di cessione indicato è di quasi 190 mila euro. Nella tabella dei prezzi firmata nel novembre del 2010 dal dipartimento Urbanistica del Comune di Roma anche l’appartamento di Emanuele risulta finanziato. La stessa tabella è allegata al contratto di vendita di Emanuele, anche se in questo caso la posizione di due appartamenti è corretta con due ‘X’ che indicano che non sono stati finanziati. Si tratta dei due alloggi venduti. Interpellato in merito Baldoni ha spiegato: “La tabella dei prezzi massimi di cessione vale per 32 appartamenti, l’assegnazione degli stessi può avvenire solo ed esclusivamente a prezzo massimo di cessione, ed è ciò che è stato fatto. Altra cosa è il finanziamento. Abbiamo segnalato a Roma Capitale che gli interni 11 e 13 dell’edificio numero uno non risultavano finanziati”. 

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