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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Libri e disegni a domicilio e favole lette online, la quarantena della casa editrice Momo non isola i bambini

L'esperienza della piccola casa editrice specializzata in libri per bambini e ragazzi

Dopo la chiusura delle librerie e, in generale, il divieto di organizzare incontri pubblici l’attività si è spostata tra la pagina Facebook e le consegne a domicilio. Da una parte gli eventi in streaming con gli autori, le letture in video dei libri per bambini, la pubblicazione di fiabe e racconti inviate dagli affezionati. Dall’altra il giro in auto per la consegna, tra distanze da rispettare e l’euforia dei bambini quando arriva il pacchetto. La vita culturale della piccola casa editrice indipendente romana Momo Edizioni, nata nel settembre scorso e specializzata in libri per bambini e ragazzi ma non solo, non si è fermata con la quarantena.

Abbiamo avuto una risposta fortissima da parte dei nostri lettori, si sono create molte interazioni con i gentori che ci scrivono per raccontare la loro situazione o per inviarci racconti”, racconta Mattia Tombolini, uno dei tre fondatori della casa editrice. “Proprio da un confronto con alcuni di loro è nata l’idea del ‘pacchetto quarantena’. Le cartolerie sono chiuse e i supermercati non vendono più carta né colori. Così abbiamo creato un pacchetto con tre libri scontati al 50 per cento e in regalo dei disegni da colorare realizzati dai nostri illustratori”.

Prima dell’emergenza “per le consegne a domicilio andavamo in posta. Oggi andiamo direttamente con la nostra auto, con tanto di logo della casa editrice sulla portiera. Ho consegnato in molte parti di Roma, anche dove non avrei mai pensato. Da San Giovanni a Tor Bella Monaca. Da San Basilio a Roma Nord. A volte dietro le porte senti i bambini che esultano perché sono arrivati i libri. Qualcuno, per ringraziarci, ci manda i video con i bambini che leggono”.

Uno degli appuntamenti più apprezzati sono le letture di Capitan Calamaio le cui storie sono edite da Momo Edizioni. Sulla pagina Facebook si trovano anche letture in diretta, dialoghi e interviste con gli autori o interventi scritti apposta per questo periodo di quarantena. “La prossima settimana usciremo anche con dei video interattivi di letture in movimento. Iniziamo con i libri di cui tutti si innamorano ‘Ulissa’ e ‘La gemella buona e la gemella cattiva’ ma speriamo di poter continuare anche con altri. Sperimentiamo modi per proseguire. Per questo anche se non riapriranno le librerie abbiamo deciso di andare comunque in stampa con il libro che era in programma ad aprile, ‘A poco a poco, apocalisse. La fine del mondo spiegata ai ragazzi di Franco Berardi Bifo con le illustrazioni di Istubalz. Siamo consapevoli che è un rischio perché le nostre uniche entrate arrivano dalla vendita di libri ma abbiamo visto che la rete ha tenuto. Dobbiamo iniziare a pensare a quando tutto questo sarà finito in modo costruttivo e trovare strumenti che possono essere utili”.

Oltre allo sguardo “ottimista” il contesto resta quello di un’emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio molti settori, compreso quello dell’editoria. “La nostra situazione era molto difficile anche prima e non so se e quante realtà editoriali rischiano di non farcela a superare questa situazione. Ma è una condizione che condividiamo con tantissimi settori”. Come casa editrice, Momo edizioni nei primi giorni di quarantena si era fatta promotrice di un appello firmato da un lungo elenco di persone e realtà per far sentire la voce del mondo della cultura, fatto in gran parte da lavoratori precari, intermittenti e irregolari, e rivendicare un sostegno al reddito. Oggi appoggiano l’appello per l’estensione del reddito di cittadinanza che viene richiesto a gran voce da un lungo elenco di soggetti.

Come in molti altri settori la maggior parte di coloro che tengono in vita realtà editoriali piccole, ma anche quelle grandi, è composta da precari”, continua Tombolini. “Per poter andare avanti, quindi, da un lato, come precari, serve una continuità reddituale e dall’altro, come casa editrice, servirebbero finanziamenti a fondo perduto perché concederne a tasso zero in un momento in cui è quasi tutto fermo potrebbe voler dire non riuscire comunque a restituirli. Oggi le librerie sono chiuse e quindi non possono pagare i distributori che a loro volta hanno comunicato agli editori che non pagheranno libri che abbiamo già consegnato mesi fa. Ognuno avrà un buco proporzionato alla propria capacità di distribuzione. Per questo non dovremmo limitarci a rivendicare fondi al governo o un reddito ma trovare il modo di incontrarci ed essere solidali e capire come andare avanti. Mai come in questo momento le reti reali, fatte da persone, possono essere la salvezza. E questo non vale solo per le case editrici”.

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