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VIDEO | Vita da Gigolò, la storia di Aaron: "Voglio pagare le tasse. Questo è un lavoro come gli altri"

L’intervista a Marco, in arte Aaron, gigolò romano di 30 anni che vorrebbe veder riconosciuto il suo lavoro anche dal fisco

Non chiamatelo prostituto, “è riduttivo”, dice. Perché “la donna quando mi chiama vuole vivere un’esperienza, e non sempre questa ha come unico scopo il sesso”. Sicuro di se. Dei suoi mezzi. Del suo lavoro.  Aaron, nato e cresciuto a Roma da una buona famiglia, davanti a se aveva una carriera da pasticciere, finché una donna non gli fece per la prima volta una “proposta indecente”: “Mi sono sentito onorato - racconta -, quando ti ricapita che una bella donna ti offre dei soldi per passare la notte con lei. Ho accettato, ed ho capito che quella sarebbe stata la mia vita”.

Dalle feste della “Roma bene” come accompagnatore, alla costruzione di una professione vera e propria. “Ho un sito, offro diversi tipi di servizi, una video rubrica destinata agli uomini che parla di corteggiamento - continua Aaron -, insomma vorrei che questo mestiere fosse riconosciuto, anche per il fisco, al quale sono costretto a dichiararmi come ‘organizzatore di eventi’ per pagare le tasse, e lo trovo un grande controsenso visto che la prostituzione in Italia è legale”.

Aaron racconta a Roma Today un mondo che, per molti, appare lontano. Limitato alla letteratura o alle immagini della fortuna pellicola americana con un Richard Gere indimenticabile. “Adoro instaurare un rapporto anche di amicizia con le mie clienti -, conclude Aaron -, ma quando vedo che si stanno infatuando sono costretto a ricordare loro chi sono, un accompagnatore professionista”.

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