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San Lorenzo, residenti ancora contro il caos dell'ex Dogana: "Problema risolto? E' falso"

Mentre monta il caso degli insulti omofobi dei rapper, ospiti del locale questa sera. Ex Dogana: "Condanniamo linguaggio violento"

"Un rapporto pacifico con gli abitanti? Non è assolutamente vero". I cittadini di San Lorenzo ancora contro la mega discoteca ospitata nel vecchio deposito merci del quartiere. La replica dei gestori (QUI INTEGRALE) al nostro articolo San Lorenzo, all'ex Dogana maratona rap di 12 ore: "Il Comune intervenga a tutela dei residenti", ha fatto infuriare alcuni residenti, che contattando la redazione e smentendone la versione, ribadiscono i forti disagi legati a musica a tutto volume, schiamazzi, sporcizia e degrado post eventi. "Nessuna protesta si è levata da parte degli abitanti del quartiere" hanno sostenuto i manager nella replica succitata, rivendicando una serie di azioni fatte per venire incontro alle rimostranze dei "sanlorenzini": dall'insonorizzazione delle sale interne alla misurazione dei decibel in strada alla pulizia dell'area antistante. Una ricostruzione dei fatti che non solo non piace, ma che sembra aver acuito ulteriormente le tensioni. 

"Altro che riqualificazione della zona. E altro che cultura. Camera mia affaccia sul locale, vibra tutto, tutte le notti, ho passato un'estate intera barricato dentro con il condizionatore acceso. Ho messo i tripli vetri e si sente comunque". Andrea Maceroni abita in via di Porta Labicana, a pochi metri dall'Ex Dogana. E a pochi metri dalle feste che minano da tre anni il suo sonno. Ci sono i decibel che bucano muri e infissi di ultima tecnologia, e c'è il degrado portato dall'orda di giovanissimi che aspetta l'alba lasciando a terra i resti della notte di bagordi, un pessimo buongiorno per gli inquilini che si alzano presto per andare a lavorare tra sporcizia, tappeti di bottiglie vuote sul marciapiede, drink appoggiati sui mezzi in sosta. 

Lo hanno notato, e segnalato, anche i turisti ospitati da Andrea in una casetta di via dello Scalo di San Lorenzo 12, proprio accanto al locale, regolarmente affittata sulla piattaforma Airbnb. Nelle recensioni gli ospiti lo fanno presente: tutto bello, ma il caos della notte è "unbearable" (dall'inglese, insopportabile). "Ho scritto pec con esposti al dipartimento Cultura del Comune per chiedere conto dei permessi rilasciati. Nessuno le ha considerate" racconta ancora Andrea, mostrandoci le mail rimaste senza risposta. "E' inutile che il sindaco Raggi presenzi a eventi antidegrado per il quartiere e poi rilasci autorizzazione a cose simili". Un'esasperazione contagiosa, che non riguarda solo lui. 

"Siamo stanchi non ne possiamo più" racconta la signora Sara Guadagno Serafini, 72 anni, anche lei residente in via di Porta Labicana. "Non dormiamo, e nessuno fa niente". Idem per Cristiano Di Domenico, 43 anni, dirimpettaio della mega discoteca. "Si comincia il pomeriggio con i sound check, e si finisce quando sorge il sole. Io sono disperato, quando posso dormo a casa della mia compagna a Trastevere, non si vive più. Vorrei vendere casa ma chi se la compra?". Anche lui se riesce a guadagnare qualche ora di sonno lo deve al condizionatore. Le finestre, da maggio a ottobre, restano rigorosamente sbarrate. Ogni tanto, quando vaga insonne per casa, misura i decibel con un'app scaricata apposta sul telefonino: "Di notte si sono toccati i 90". Ben oltre i 70 fissati come limite da una legge regionale del 2001. 

Tutti racconti che sembrano provenire da un'altra zona di Roma, se confrontati con la versione fornita da chi gestisce il locale: "Con il comitato di quartiere siamo arrivati a un protocollo d'intesa, una collaborazione andata avanti un anno e del rumore non si lamentano più". Contattato in merito, il comitato conferma un'intesa raggiunta dopo una lunga serie di denunce. "E' stata una dura battaglia - spiega a RomaToday Emanuele Venturini, del cdq - alla fine siamo riusciti a migliorare la situazione. Ci sono dei volontari dei nostri che girano per il quartiere a turno e misurano il livello di rumore. E segnalano anche quando oltrepassa i limiti di legge. Poi la musica viene abbassata". E il frastuono lamentato dai residenti che hanno rilasciato a RomaToday le loro testimonianze? "Noi ascoltiamo i cittadini. E ce ne sono molti che sono soddisfatti del risultato raggiunto. Se invece c'è chi ancora ha forti disagio noi siamo sempre dalla parte dei residenti". Già, ci sono e stanno consultando gli avvocati per avviare una causa legale contro chi "ci ha tolto il sonno". 

L'ex Dogana, lo ricordiamo, è uno spazio di circa 23mila metri quadrati di proprietà della Residenziale Immobiliare 2004 SpA (partecipata al 75% da Cassa Depositi e Prestiti e al 25% da soci privati riuniti in Finprema spa). La programmazione serale, gestita da più società che hanno preso in affitto l'area, è fatta di eventi che cominciano alle 22 e finiscono all’alba, con un fitto calendario estivo ma comunque presenti, in misura ridotta, anche d'inverno. Tutto autorizzato dal Comune.

Il prossimo appuntamento è per oggi. Dalle 18 del tardo pomeriggio all'alba di sabato c'è la 12 ore di Lovefest, un live di rapper e dj set fino al sorgere del sole. Inutile dirlo, si teme il solito copione. A chiedere giorni fa di fermare l'evento l'esponente della Lega, ex consigliere regionale, Fabrizio Santori, subito dopo oggetto di insulti a sfondo sessuale e omofobo dagli artisti rap sui loro profili Instagram, insieme al responsabile de IlMessaggero.it, Marco Pasqua, tra i media che hanno riportato la denuncia. Immediata la solidarietà dell'universo lgbtq, dal Gay Center all'attivista Imma Battaglia, con appello a Nicola Zingaretti. Cosa c'entra il governatore dem? All'Ex Dogana, calato il sipario sul LoveFest, arriva Piazza Grande, l'evento organizzato dal presidente della regione, candidato alla segreteria del Pd, per lanciare il suo progetto di rinnovamento del centrosinistra. E allora è chiara la natura dell'appello: "Prenda le distanze dagli insulti discriminatori e chieda di annullare il festival".

A poche ore dall'inizio dell'evento, i soci dell'ex Dogana hanno diffuso il comunicato stampa che riportiamo per intero. 

Da alcuni articoli di stampa abbiamo appreso che alcuni artisti, in via in via del tutto personale e sui propri profili social, hanno fatto delle dichiarazioni non condivisibili. Abbiamo inoltre appreso che in ragione di tali dichiarazioni alcuni politici chiedono di annullare un importante evento musicale a cui, tra i molti altri, parteciperanno questi artisti.

Prima di tutto, l’Ex Dogana si dissocia e condanna fortemente un linguaggio violento, offensivo e totalmente fuori luogo, per il quale non si sente e non è responsabile. Un linguaggio, inoltre, che non rappresenta l’Ex Dogana e non ha nulla a che fare con la musica. Soprattutto, esprime profondo dispiacere per ogni parola omofoba e discriminatoria che non appartiene ai nostri valori e anzi ne è totalmente distante. In merito a queste dichiarazioni del tutto inattese, si augura anzi che possano arrivare le scuse anche da parte degli artisti. In caso contrario, Ex Dogana procederà alle opportune e doverose valutazioni per il futuro.

Come sanno bene le persone che ci conoscono, abbiamo costantemente condannato i linguaggi violenti o offensivi. D’altra parte, è bene sottolineare che l’Ex Dogana ha ospitato migliaia di artisti e che, pertanto, l’accostamento a dichiarazioni fatte da un solo di essi appare strumentale a logiche semplicemente politiche. L’Ex Dogana, è lontana da tali logiche  e rappresenta anzi un esempio ineccepibile di riqualificazione urbana che ha saputo trasformare, nel costante rispetto delle istituzioni e della legge, uno spazio abbandonato in un fulcro di attrazione culturale. Per giunta, senza finanziamenti pubblici.

Tuttavia, l’annullamento di un evento programmato da tempo per delle dichiarazioni fatte a titolo personale da uno o due dei molti artisti ospiti andrebbe a danneggiare chi quelle dichiarazioni non le ha fatte e non le condivide, finirebbe per ledere il pubblico e chi ha il desiderio di vivere un esperienza musicale positiva e integrante, senza dimenticare che si andrebbero ad alimentare polemiche e rivendicazioni, comprese quelle di chi ha già comprato i biglietti.

Nei suoi anni di attività, in cui ha riqualificato un deposito ferroviario abbandonato in un luogo di incontri, di socialità, di cultura, Ex Dogana ha ospitato centinaia di artisti, convegni e raduni di colori e appartenenze più diverse e non ha mai svolto né mai svolgerà il ruolo del "censore preventivo". Infatti, non abbiamo colore politico e non ci schieriamo sotto nessuna bandiera, se non quella del rispetto e della civiltà. L’Ex Dogana è un luogo di tutti, della città, un luogo restituito al pubblico dopo anni di lavori,
investimenti e fatica. Spazio di libertà di espressione e di confronto di idee, a volte luogo di frontiera e sperimentazione, ma anche una struttura restituita al quartiere e che ospita mostre, esibizioni, dibattiti, convegni, attività per i bambini, ragazzi e per i diversamente abili.

Per favore, lasciateci fuori dalle polemiche.

I ragazzi dell'Ex Dogana 

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