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La crisi dei soccorritori di Croce Rossa: senza stipendio nel pieno della pandemia

Da un anno e mezzo retribuzioni in ritardo per autisti, infermieri e soccorritori impegnati anche nei servizi per l'emergenza Coronavirus: “E’ questione di dignità, così difficile andare avanti”

"Nel corso degli anni abbiamo accettato tanti compromessi ma sullo stipendio non transigiamo, è questione di dignità”. Si sfogano così alcuni dei lavoratori di Croce Rossa Area Metropolitana di Roma Capitale che da mesi rincorrono le loro retribuzioni. 

I lavoratori di Croce Rossa senza stipendio

Un anno e mezzo di paghe in ritardo. Solo ieri il versamento di gennaio:  solamente un acconto della mensilità dovuta. Così per centoventi tra soccorritori, infermieri e autisti di Croce Rossa è crisi profonda, proprio nel pieno dell’emergenza Coronavirus

“Molti di noi sono in Croce Rossa da venti-venticinque anni, ma siamo totalmente dimenticati. Con la privatizzazione del 2014, nonostante lo svolgimento delle stesse mansioni, abbiamo perso circa il 25 per cento dello stipendio ma abbiamo resistito. Le gestioni deleterie dell’Area Metropolitana – racconta il manipolo di lavoratori in stato di agitazione a RomaToday – non hanno mai garantito stabilità. L’anno scorso ci sono stati addirittura 67 licenziamenti: un sacrificio inutile”. 

I committenti non pagano: Croce Rossa non dà gli stipendi

A monte dei mancati stipendi degli operatori della Croce Rossa, così lamenta l’organizzazione, i ritardi nei pagamenti da parte dei committenti: a farne le spese i lavoratori, costretti a districarsi tra entrate ridotte e costi quotidiani da sostenere. “Molti di noi non potendo più far fronte a bollette, mutui o affitti sono stati costretti a tornare a casa o a chiedere prestiti ai familiari, ci sentiamo umiliati” – aggiunge una delle lavoratrici.

Coronavirus, i soccorritori di Croce Rossa senza stipendio

“Siamo senza stipendio ma continuiamo a lavorare per senso del dovere, siamo parte importante della macchina dell’emergenza e del sistema sanitario nel suo complesso” – rivendicano adirati soccorritori e infermieri impegnati in taxi sanitari, trasporto infermi e sangue, postazioni del 118 ma anche assistenza negli hotel di Collatina e Fiumicino che ospitano equipaggi e croceristi positivi al Covid-19. 

“Oggi, in piena pandemia, ogni servizio alla salute deve essere garantito e i lavoratori tutelati. Alcuni di loro invece non riescono a coprire le spese di trasporto per raggiungere il posto di lavoro” – tuonano dalla Fp Cgil di Roma e Lazio, ricordando come siano senza stipendio anche i lavoratori del Centro Educazione Motoria “poiché la CRI Roma non riesce, a sua volta, a far fronte al pagamento della ditta che ne ha la gestione in appalto”. 

Senza stipendio nel pieno della pandemia: “Situazione insostenibile”

Da qui la nota del sindacato a Prefettura e Commissione di garanzia per il tentativo di conciliazione.  “Non si può giocare con la vita dei lavoratori, non si possono mettere in difficoltà intere famiglie adducendo ancora una volta la motivazione dei ritardi nei pagamenti da parte dei committenti. Non abbiamo certezza di quali siano gli enti in ritardo e a quanto ammontino le mancanze, così come non sappiamo chi invece paga regolarmente. È evidente, però che la situazione è insostenibile”. 

Lavoratori e sindacato chiedono un atto di responsabilità da parte di tutti. “Ogni criticità pregressa nel sistema degli appalti e dei servizi accreditati in sanità crea oggi conseguenze amplificate  che ricadono su lavoratori e collettività, proprio mentre si rende evidente non solo l’importanza di un servizio sanitario dove è il pubblico a dover garantire il diritto di tutti alla salute, ma anche il ruolo essenziale dei lavoratori nel dare servizi efficaci ai cittadini”. 

L’insofferenza dei lavoratori di Croce Rossa senza stipendio 

Ma oltre la rabbia, indossate le divise gli operatori di Croce Rossa sono pronti a tornare in prima linea coprendo i turni loro assegnati. C'è una pandemia da combattere. “Per noi è una missione ma – avvisano – iniziamo ad essere veramente insofferenti”. 
 

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