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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il Coronavirus ha spento le discoteche di Roma: "Riaprire a metà non ha senso. Il Governo ci aiuti"

I protagonisti della nightlife romana raccontano l'emergenza: "Noi pieni di spese e senza aiuti, rischiamo di fallire"

Il Coronavirus ha costretto alla chiusura bar, ristoranti, attività commerciali e ha messo le catene anche ai luoghi simbolo del divertimento di giovani e meno giovani: discoteche e club notturni. Catene che la movida romana (e italiana) non sa quando potrà togliere. 

Il settore dell'intrattenimento notturno, quello che fino a circa due mesi fa ha prodotto un reddito importante, fatto lavorare imprese, artisti, vivere tante famiglie, smosso il settore turistico, nonché coinvolto innumerevoli amanti di musica e del dance floor è fermo e quel che è peggio, appeso un filo. Senza linee guida da parte delle autorità governative, solo con tante spese da dover sostenere e senza alcuna prospettiva.

Il presidente di Silb Roma, associazione che rappresenta i locali dell’intrattenimento notturno da ballo e di spettacolo della Capitale, ha da poco inviato una lettera-appello a Virginia Raggi chiedendo aiuti concreti. Nel frattempo i protagonisti della nightlife romana fanno sentire la loro voce.

Coronavirus, discoteche ultime a riaprire. L'appello di Silb Roma: "Fate qualcosa o rischiamo di chiudere tutti"

Le voci della nightlife romana

"Siamo stati i primi a chiudere per un senso civico e per l’impossibilità di operare - racconta a Romatoday Gianluca D'Ettorre, socio del Room26 - abbiamo sin da subito compreso l'entità del problema e per questo ci siamo fatti promotori di una raccolta fondi, devolvendo allo Spallanzani 19mila euro. Ma ad oggi ci scontriamo con delle difficoltà enormi. L'affitto, le utenze pesano. Per quel che riguarda gli affitti, devo sottolineare la serietà di Eur Spa che non ci ha fatto alcuna pressione. Per quel che riguarda le utenze - continua D'Ettore - arrivano ancora bollette di 1300-1500 euro con kwh zero. La mia richiesta di una sospensione è stata negata, dicendomi di dover staccare proprio il contatore, cosa che purtroppo sono stato costretto a fare. Non abbiamo aiuti, dovrebbe uscire qualcosa di ufficiale dal governo su questo. Noi non vogliamo aprire - chiarisce il socio del Room26 - siamo il maggior luogo di aggregazione ed una riapertura è folle, ma magari un aiuto in più da questo governo ce lo aspetteremmo". 

Il pregiudizio di tanti porta a vedere il mondo dei locali notturno, dell'entertainment come "il male", sottolinea ancora Gianluca D'Ettore a Romatoday: "Il nostro settore ne spinge anche altri, come quello del turismo, ad esempio, non solo a Roma, ma in tutta Italia, basti pensare alla Puglia, alla Sardegna, alla stessa Ibiza che è piena di italiani, viene tutto da questo settore".

Anche per il Piper è buio pesto e il futuro non promette nulla di buono. Lo racconta a Romatoday il proprietario della storica discoteca romana Giorgio Tammaro: "Siamo chiusi da due mesi e si parla addirittura di marzo 2021 per la riapertura. Come possiamo resistere così 8-10 mesi? Tra il Piper e il Jolie (Ex Alien), altra discoteca che gestisco, ci sono ben 104 dipendenti segnati in busta paga, ora messi in cassa integrazione. Per quel che riguarda il Piper, le cui mura sono di nostra proprietà, abbiamo chiesto la sospensione del mutuo, almeno quella rata non la pagheremo, ma per quel che riguarda l'affitto del Jolie non abbiamo alcun sostegno, si tratta di un locale D8 per cui non è contemplato il credito d’imposta. Senza un aiuto a fondo perduto non è possibile andare avanti", dice Tammaro.

"Siamo completamente abbandonati dal Governo, il Silb sta mandando lettere su lettere alle autorità competenti senza alcuna risposta, l'unico imprenditore del settore che si è esposto è stato Flavio Briatore, dopo la risatina della virologa Viola. Io non dico riapriamo domani, ma se mi dici riapriamo a marzo 2021 faccio prima a dichiarare fallimento dei due miei locali. Che il Governo ci dia un aiuto concreto, che so, il blocco dell'Imu, delle bollette. Soltanto di tasse, in questo momento, con i locali chiusi, sto pagando 1100 euro per uno e 800 euro per l'altro, aggiungi tutte le altre spese, senza alcuna entrata, come si va avanti?".

Tra i dipendenti dei due locali gestiti da Giorgio Tammaro ci sono studenti, mamme, papà, dipendenti di 50 anni che vivono di questo stipendio e che, al momento non hanno visto neanche un euro per i mesi di marzo e aprile: "Il vero dramma sono i dipendenti - conclude Tammaro - vedere questi ragazzi, queste brave persone, che fanno fede sul nostro stipendio, senza avere prospettiva alcuna".

"Non vogliamo le vie di mezzo - dice a Romatoday uno dei soci proprietari di Spazio Novecento - non è possibile riaprire garantendo un distanziamento sociale e le misure richieste dall'emergenza Covid. Noi vogliamo riaprire quando davvero ci saranno le condizioni per farlo, ma ricevendo, fino ad allora, un sostegno dal Governo. I prestiti di cui ci hanno parlato sono una farsa - continua l'imprenditore romano - la garanzia dello stato non è un punto di forza ma di debolezza. I prestiti erogati in giornata non sono veri. O hai garanzie personali o non puoi andare avanti. Parliamo di una situazione ai limiti della catastrofe". 

La voce delle agenzie di sicurezza

A far parte del vasto mondo dell'intrattenimento notturno sono anche le agenzie di sicurezza, come racconta a Romatoday Maurizio Santoro di IVS Group che gestisce la maggior parte della sicurezza dei locali romani: "Tutti questi mesi di chiusura e quelli che seguiranno portano a problemi importantissimi per tutto il settore della vita notturna, dai proprietari dei locali a noi della sicurezza. Personalmente, in una chat organizzata da Silb ho presentato una mia proposta personale. Non sono un tecnico - ha sottolineato Santoro - ma credo che potrebbe essere utile creare una sorta di zona franca prima dell'accesso al locale. Si apre il locale, mettiamo caso alle 18, si fa la sanificazione dell'ambiente, per i clienti e per i lavoratori si crea il classico tunnel di disinfezione. Prima il tampone lampo e la misurazione della temperatura, poi l'ingresso in una struttura già sterilizzata".

Nel frattempo però, mentre le associazioni e gli addetti del settore vagliano alcune soluzioni, lo stesso Santoro sottolinea la necessità di aiuti concreti da parte del Governo: "Non si vede salvezza, si sta pensando ad uno sciopero fiscale. Tutta la filiera, dagli imprenditori a facchini, montatori, bartender, etc, si trovano tutti senza lavoro. E, oltre ad essere senza lavoro, non hanno neanche un sostegno fiscale. Non possiamo essere lasciati soli, noi come agenzia di sicurezza ci stiamo in parte riconvertendo, dando aiuto a supermercati e a tutte quelle realtà che, al momento, necessitano del nostro intervento, ma chi lavora nelle discoteche e vive di questo, se si va avanti così, dovrà andare a rubare per mangiare?".

Gli artisti dimenticati dal Governo

A chiudere questa triste panoramica a 360 gradi sul settore dell'intrattenimento notturno è Gianluca Neon, direttore artistico e promotore della maggior parte degli eventi nelle discoteche romane: "E’ triste - dice a Romatoday - faccio questo lavoro da 26 anni, lavoro con artisti del panorama mondiale e mai, nella storia, nello stesso momento, gli artisti di tutto il mondo sono stati bloccati nelle loro case. Sembra che non ci sia luce in fondo al tunnel. Mi rendo conto - prosegue - che non sia il momento di pensare all'intrattenimento, che ci sono persone che rischiano la vita, vittime, ma le istituzioni devono fare qualcosa anche per il nostro settore. Gran parte degli artisti nei paesi esteri hanno ricevuto bonus e agevolazioni che in Italia non esistono".

Con un occhio sul panorama mondiale, Gianluca Neon esprime la sua grande preoccupazione: "Se noi aprissimo più tardi degli altri, come potremmo rimetterci al passo, noi che stiamo sempre indietro? Rischiamo di partire più tardi degli altri e non riprenderci più".

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