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Coronavirus, "giro di vite" nelle Rsa: nuove regole per gli operatori e ispezioni a tappeto

Un'ordinanza della Regione prevede nuove misure per lavorare all'interno delle strutture. Mentre proseguono i controlli delle Asl per verificare l'applicazione dei protocolli

Giro di vite sulle Rsa, le residenze riabilitative per anziani diventate la "corsia preferenziale" scelta dal coronavirus per continuare a diffondersi. Perché è vero che il trend dei contagi a Roma e nel Lazio è in discesa, come in tutto il Paese, ma l'attenzione resta altissima sui cluster ancora presenti nelle case di riposo. 

L'ultimo a Campagnano di Roma, paese trasformato in zona rossa con 76 casi positivi nella Rsa Santa Maria Del Prato. Poi c'è il centro San Raffaele di Montecompatri, ieri con 13 nuovi contagi e 138 la scorsa settimana, e ancora strutture sotto osservazione a Marino e a Civitavecchia. Da qui l'intervento della regione Lazio con un'ordinanza pubblicata nelle scorse ore. 

Si fissano nuove regole per il personale che lavora all'interno delle strutture. Non si potrà più passare da una struttura all'altra, gli operatori devono svolgere la propria attività lavorativa in via esclusiva all'interno di una residenza o, se ci sono più stabilimenti, solo all'interno del medesimo stabilimento. Secondo punto: verrà misurata la febbre a tutti, a chiunque entra o esca dagli stabili, e in caso di temperatura superiore a 37 gradi e 5 si dovrà provvedere alla misurazione della saturazione di ossigeno. 

Poi ci sono i passaggi che riguardano i dispositivi di protezione. Il personale deve essere dotato di mascherine e deve sapere quando e come utilizzarle dopo appositi percorsi formativi. Nel frattempo, se le condizioni non fossero garantite, devono essere adottate - si legge nell'ordinanza - misure idonee a "evitare gli spostamenti e i contatti sociali di tutto il personale operante all'interno della struttura"

Se poi sussistono "le condizioni autocertificate dal singolo dipendente, ai sensi degli articoli 46, 47 e 76 del DPR 445/2000, questi potrà fare ritorno al proprio domicilio, evitando ogni contatto lungo il percorso casa-lavoro-casa e con eventuali conviventi al proprio domicilio. Nel caso non siano garantite le sopra citate condizioni la direzione della struttura dovrà allestire spazi dedicati per il pernottamento del personale".

Il tutto mentre le Asl continueranno a effettuare sopralluoghi presso le strutture, compilando per ciascuna una check-list per la valutazione delle situazioni ambientali degli ospiti. Finora sono state effettuate 365 ispezioni.

Ricordiamo che sulle Rsa di Roma e provincia stanno indagando i carabinieri del Nas e la Procura, sollecitati dall'Unità di Crisi regionale. A partire dal caso di Rocca di Papa e arrivando quelli di Villa Fulvia e Giovanni XXIII. Ispezioni che poi finiranno sul tavolo della Procura, con i Pm che hanno già una serie di fascicoli che riguardano anche la Rsa di Madonna del Riposo di Civitavecchia, dopo un esposto fatto dai parenti ospiti di quella struttura.

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