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Coronavirus, D'Amato attacca sulle case di riposo: "Il sistema va ripensato, così non funziona"

L'assessore sull'organizzazione delle comunità di anziani che hanno fatto impennare il numero di contagi nel Lazio: "Sono i Comuni ad autorizzarle, ma così non va"

"Quando usciremo dall'emergenza coronavirus dovremo ripensare completamente l'attività delle Case di riposo, che non fanno parte del sistema sanitario regionale, ma vengono autorizzate dai Comuni". Lo ha detto l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato ieri nel corso di una conferenza stampa. 

Tornando sul tema dei cluster delle comunità di anziani che nell'ultima settimana hanno determinato l'andamento della curva dei contagi, ora in calo, e ancora destano le principali preoccupazioni a livello regionale, l'assessore della giunta Zingaretti ha attaccato la gestione comunale delle strutture, Campidoglio compreso.  

"È un problema serio - ha spiegato - perchè spesso vengono ospitati anziani non autosufficienti, che non ci possono stare". Situazioni giudicate non consone, a prescindere dall'attuale crisi sanitaria. Sulle case di riposo a Roma è partita una task force di controllo che sta monitorando a tappeto tutte le strutture presenti, a braccetto con la Prefettura

Ricordiamo che a oggi le Rsa che si sono trasformate in focolai sul territorio sono Villa Giulia e la casa di cura Giovanni XXIII, guardando dentro ai confini cittadini. Fuori Roma poi troviamo due comuni diventati zona rossa con cluster legati a case di risposo, Nerola e Contigliano, e province quali Frosinone e Rieti con un elevato numero di contagi sempre in corrispondenza di comunità di anziani. 

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