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Sabato, 27 Aprile 2024
Attualità Castro Pretorio / Corso d'Italia

Ucciso dai neofascisti: 42 anni fa la morte di Francesco Evangelista, il Serpico della polizia

L'allora vice brigadiere della polizia fu vittima di un agguato di fronte al liceo Giulio Cesare

Ricorre oggi il 42° anniversario dell’attentato, ad opera di un commando terrorista dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari), in cui persero la vita il Vice Brigadiere di polizia Francesco Evangelista, conosciuto da molti con il nome di "Serpico", ed, anni dopo, a seguito delle ferite riportate, il vice brigadiere di Ps Antonio Mnafreda.

Il questore di Roma, Mario della Cioppa, questa mattina, alla presenza dei familiari, ha deposto una corona di alloro sulla lapide collocata all’interno del commissariato Porta Pia, dove i predetti prestavano servizio all’epoca dell’attentato.

La mattina del 28 maggio 1980, quattro terroristi “neri” neofascisti tesero un agguato ad Evangelista di fronte al liceo Giulio Cesare. Nonostante la reazione di due poliziotti, colleghi della vittima, “Serpico” morì raggiunto da sette colpi.

Un poliziotto leggendario

Francesco Evangelista, noto come “Serpico” è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari a 37 anni. Nonostante la giovane età il vice brigadiere, arruolatosi nel 1962, durante gli anni di servizio aveva lasciato il segno. Esperto di arti marziali, si è reso protagonista di centinaia di arresti. Particolarmente eclatante quello effettuato nel 1975 quando, nonostante l’impedimento causato da un busto, era riuscito a disarmare e catturare un rapinatore di banca. 

Il busto lo indossava perché, nello stesso anno, aveva riportato una lesione alla colonna vertebrale. Se l’era procurata perché era stato scaraventato fuori da una finestra da alcuni ladri che erano stati sorpresi, nel quartiere Trieste, mentre stavano compiendo un furto in appartamento.

L'attentato davanti al Giulio Cesare

L’omicidio di Evangelista è maturato durante gli anni di piombo. La mattina del 28 maggio 1980, intorno alle 8 di mattina, “Serpico” era in pattuglia con altri due colleghi davanti al Giulio Cesare. Il liceo romano era, in quel periodo, frequentemente teatro di scontri tra gli studenti delle opposte fazioni. Intorno alle 8 la pattuglia venne sorpresa da un commando del Nucleo Armato Rivoluzionario.

L’obiettivo dei terroristi era quello di disarmare gli agenti. Una pratica che veniva perpetrata con l'intento di “ridicolizzare” il presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine. L’iniziativa si concluse con un tragico conflitto a fuoco che portò al ferimento del vice brigadiere Antonio Manfreda, morto anni dopo per le pesanti conseguenze riportate, ed alla morte di Francesco Evangelista.

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