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Buche: dal Quirinale il freno ai militari, intanto però arrivano i detenuti

Cominceranno a rattoppare le strade da metà gennaio. Ancora da definire in dipartimento la mappa delle urgenze

Altro che militari. Aspettando l'Esercito (che dopo il freno del Presidente della Repubblica potrebbe non arrivare mai), alle buche della Capitale penseranno cento volontari detenuti. Terminato il corso di formazione avviato in autunno, frutto di un protocollo firmato dal Dapartimento amministrazione penitenziaria e dalla società Autostrade, ai reclusi di Rebibbia toccherà rammendare l'asfalto delle strade più disastrate della città.  

Ancora non c'è una mappa. Dal 7 gennaio la macchina amministrativa ripartirà a pieno regime e tra gli appuntamenti in calendario c'è anche una riunione al dipartimento Simu (Lavori pubblici) per stabilire gli interventi prioritari. La partenza effettiva del servizio è prevista a metà mese, dopo una serie di ritardi dovuti per lo più alla pioggia, che avrebbe rischiato di sbriciolare dopo poco il cemento appena steso. 

Non è la prima volta, lo ricordiamo, che la mano d'opera volontaria dei carcerati viene utilizzata a fini di reinserimento sociale, mettendo inevitabilmente in luce le carenze del Campidoglio nella gestione della manutenzione ordinaria. I detenuti hanno sfalciato il verde nei parchi (dove il Servizio Giardini, ridotto all'osso, non basta a coprire tutte le esigenze) e hanno aiutato l'Ama nella raccolta rifiuti. Ora si occuperanno anche delle buche, sempre aspettando che ci pensi, soprattutto, il Comune. 

E l'impiego del Genio militare, Arma dell'Esercito che si occupa della realizzazione e manutenzione delle infrastrutture necessarie alle operazioni belliche, di cui tanto si è discusso prima di Natale? I Cinque Stelle lo hanno richiesto per le arterie più ammalorate, con un emendamento alla manovra di Bilancio, recentemente approvata, in Senato. Almeno per le situazioni giudicate emergenziali. Ma dal Quirinale è arrivato un altolà che il Governo non potrà ignorare. Nel consueto discorso di fine anno, il Presidente Mattarella lo ha detto chiaramente: la "funzione" dei militari "non può essere snaturata, destinandoli a compiti non compatibili con la loro elevata specializzazione". Le parole "buche" e "Roma" non ci sono. I dubbi però sono pochi: la stoccata del Colle era tutta rivolta alla parte "verde" di palazzo Chigi. E potrebbe allontanare il salvagente lanciato dal Governo amico alle strade della Città eterna. 

 
 

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