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Clima, attivisti di Fridays for Future incatenati al palazzo Eni: "Basta con gas e petrolio"

Fridays for Future protesta e invita tutte e tutti a scendere in piazza venerdì 29 in tutte le città italiane, in occasione dello sciopero globale per il clima

A due giorni dal quarto sciopero globale per il clima che si terrà venerdì 29 novembre, questa mattina a Roma attivisti e attiviste di Fridays for Future si sono incatenati davanti a uno degli ingressi del Palazzo Eni, per protestare contro i piani di espansione della multinazionale nella ricerca e nello sfruttamento di petrolio e gas. L'azione di protesta pacifica vuole inoltre accendere i riflettori sulle vaste operazioni di greenwashing su cui l'azienda punta.

"Ad oggi, Eni produce circa 2 milioni di barili di idrocarburi al giorno, la metà dei quali in Africa, dove è già il primo produttore internazionale. Ma la strategia dell'azienda per il prossimo quadriennio è di espandere ulteriormente il proprio business fossile", sottolineano gli attivisti. 

"Per far passare in secondo piano il proprio impatto negativo sul Pianeta, Eni continua inoltre a mettere in campo costose attività di greenwashing. Come promuovere, ad esempio, un "biodiesel" che definisce sostenibile, sebbene sia a base di olio di palma, dunque perfino più pericoloso per il clima del gasolio di origine fossile, a causa delle emissioni legate al cambio di uso del suolo dei terreni riconvertiti per la coltivazione intensiva di palma da olio", affermano i ragazzi di Fridays For Future. "Non possiamo continuare a estrarre e bruciare combustibili fossili, ne va del presente e del futuro di tutte e tutti noi. E non basta una spennellata di verde sul proprio operato per nascondere una inquinante verità".

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