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Flambus, sui social si ride per non piangere. Ecco #atackaraoke: "E adesso bruciati, come sai fare tu"

I romani sdrammatizzano, parafrasando canzoni famose, l'esplosione di ieri in via del Tritone

Non ci resta che ridere, per mascherare la rabbia, per sdrammatizzare. Da ieri sui social e soprattutto su Twitter, con l’hashtag #atackaraoke, sta dilagando l’ironia amara e pungente dei cittadini romani, dopo la notizia del decimo autobus andato in fiamme dall’inizio dell’anno. L’esplosione ha provocato l’ustione lieve di una commessa che era all’interno di un negozio in via del Tritone. Anche per le conseguenze tutto sommato ridotte di un evento che invece avrebbe potuto avere risvolti tragici, la paura, dopo qualche ora, ha lasciato spazio a parodie divertenti di canzoni famose, che i romani hanno parafrasato per l’occasione, con tanto di foto in allegato. Dall’immediato “Bruci piano per non far rumore, non passi di sera ma nemmeno col sole” al più ricercato “S’i’ fosse foco arderei lo bus; s’i’ fosse neve lo 'mbiancherei; s'i’ fosse acqua ì’ l'annegherei; s'i' fosse buca mandereil'en profondo!”. Un karaoke per tutti i gusti, quindi: dal classico Vasco Rossi al sonetto di Cecco Angiolieri. Ma il “concertone” dell’8 maggio mica finisce qui!

Sul palco dell’#AtacKaraoke

Sul palco che non c’è del Festival dell’#AtacKaraoke sono saliti i grandi nomi della musica italiana, viventi e non. Non poteva mancare Lucio Battisti, a cantare: “Mi sono informato c’è un autobus che brucia alle 7.40...”; così come Gianna Nannini: “Questa capitale è una camera a gas, è un autobus che brucia in città”. Oppure l’istrionico Massimo Ranieri: “Perdere il motore, quando si fa sera, quando tra i sedili un po' di nero li colora , rischi di impazzire, può scoppiarti il cuore, prendere una corsa e rischiare di morire”. Una passerella infinita. Ecco spuntare la chioma riccia e folta di Riccardo Cocciante: “E adesso bruciati, come sai fare tu, ma non illuderti, io non ci salgo più”.

Difficile stilare una classifica, quando in gara trovi anche Fabrizio De André e Francesco Guccini. Ecco Faber: “Lo chiamavano bus dell’Atac bruciava per ore, bruciava per ore, lo chiamavano bus dell’Atac bruciava per ore lungo la strada”. Subentra Guccini: “E l'autobus sembrava fosse un mostro strano, che l'Atac dominava con il pensiero e con la mano; bruciando si lasciava indietro fiamme e fumo fino a San Pietro”.

Per i più giovani l’energia dei Maneskin con: “Amore accanto a te, sul bus accanto a te, brucerò da re-e-ie”, ma anche sempreverdi ospiti stranieri, come i Doors: “And our bus become a funerale pyre… Come on Atac light my fire, come on Virgy light my fire!”
C’è anche chi ha scelto di esibirsi in romanesco, per onorare la città che ospita la kermesse, come Jovanotti: “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang, il più grande spettacolo dopo il Big Bang è stato er botto.. der 63!”; o Adriano Pappalardo: “E lasciami bruciare. E lasciami scoppiare. Al capolinea nun ce vojo arrivare!”

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